Lettera ad un sogno…
Cara…
era molto tempo che sognavo di scriverti, ma le parole mi sembravano troppo banali per esprimere quello che sento. Ma in realtà sono l’unico modo per dare una forma e una consistenza a ciò che pesa sulla mia anima e sul mio cuore. Sai, scrivere è sempre stato per me un modo di sfogarmi, la penna una lancia, una spada per trafiggere i miei dolori. A volte mi basta mettere per iscritto i miei pensieri tristi e poi strappare il foglio che li ospita per sentirmi meglio. Ma so che stavolta non sarà così, anche se scrivessi e strappassi centomila volte queste parole, so che il dolore resterebbe.
Non è facile scrivere ad un sogno. Non è facile ammettere di essere innamorati di quel sogno. Non è facile convincersi che non è altro che un sogno. Oh, ma sei così reale!
Come posso, come posso dimenticare la dolcezza di quei sogni, l’amore nei tuoi occhi, i palpiti del mio cuore, la freschezza della tua pelle, lo splendore del tuo corpo? Sei vera, sei vera in quei momenti, sei reale. O forse sono io che in quegli istanti divento un sogno? Che importanza ha? L’unica cosa che conta è che al risveglio tu svanisci, io non posso fare altro che richiamare alla mente la tua immagine, la tua voce, il tuo profumo e tirare avanti finche non torna la notte, finche non torni da me. Non so se in quei sogni vedo il passato o il futuro, di certo non il presente, perché il presente è il dolore mentre tu sei felicità. Dimmi che ci sarai ancora, dimmi che un giorno non troppo lontano mi stringerai ancora fra le tue braccia, dimmi che potrò ancora sentire le tue labbra morbide e il sapore della tua pelle e…Ti prego rendi ancora felici anche i miei giorni, non solo le notti. Giuro che consacrerò a te tutte le notti della mia vita, e quelle della mia morte e quelle della mia rinascita….
Non so dove spedire questa lettera… Ti aspetterò anche stanotte e te la consegnerò…nel frattempo osserverò il sole, ormai mio giurato nemico mortale, e pregherò affinché i suoi odiosi raggi spariscano presto, e cullerò questa mia lettera a un sogno finche non scivolerò ancora nel sonno e ti ritroverò, sperando di non svegliarmi più…
con questo è conclusa la mia produzione letteraria...ora scrivere non mi piace più molto, perchè è da molto tempo che qualcuna non mi regala emozioni forti...ma chissà forse domani...
Non alterare la coscienza dei tuoi simili. Non impedire che i tuoi simili alterino la loro coscienza.
Timoty Leary - Harvard 1970