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Ultimo Aggiornamento: 14/06/2007 15:06
11/02/2007 15:43
 
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MC5
Tra le tante band che, nel corso degli anni, sono diventate delle vere e proprie leggende, gli MC5 hanno, senza dubbio, un posto d'onore. Il loro messaggio rivoluzionario, estremamente influenzato dal leader del White Panther Party, John Sinclair, entrò in rotta di collisione con l'ideologia fin troppo accomodante della cultura "hippie", lontana mille miglia dagli assordanti baccanali proposti dalla band di Detroit.

La storia racconta che nel 1964, a Lincoln Park, nello stato del Michigan, si formarono i Motor City Five, la cui line-up era costituita dal cantante Rob Tyner, dai chitarristi Fred "Sonic" Smith (futuro marito di Patti Smith) e Wayne Kramer, dal bassista Pat Burrows e dal batterista Bob Gaspar. Giusto il tempo di qualche concerto, ed ecco i primi esperimenti di Smith e Kramer con distorsioni e feedback, roba che faceva venire il mal di testa a Burrows e a Gaspar, tanto da indurli ad abbandonare. Come sostituti, arrivarono il batterista Dennis Thompson e il bassista Michael Davis. Durante tutto il 1966, la band raccolse un nutrito seguito nell'ambito della scena locale, grazie anche a una costante presenza live al Grande Ballroom.

Immediatamente, i nostri attirarono l'attenzione di John Sinclair, un insegnante di Inglese, che, tra l'altro, era anche leader delle Pantere Nere, un partito dalle forti tinte rivoluzionarie che predicava l' "assalto totale alla cultura con ogni mezzo necessario, incluso il rock & roll, la droga, e il sesso nelle strade". Diventato manager della band, Sinclair seguì la lavorazione del loro primo singolo, "I Can Only Give You Everything", che raccolse buoni consensi.

Dopo la partecipazione allo "Yippies' Festival Of Life" di Chigago, venne firmato un contratto con la Elektra, preludio alla pubblicazione del loro primo album. Registrato dal vivo al Grande Ballroom tra il 30 ed il 31 ottobre del 1968, Kick Out The Jams è uno degli esordi più devastanti e fulminanti di sempre, vera pietra miliare del rock più duro e oltraggioso. La Elektra ebbe il suo gran da fare per distribuire l'album, a causa delle liriche esplicite di Tyner.

L'idea di registrare l'album dal vivo fu di Sinclair, convinto che solo così si potesse catturare lo spirito autentico degli MC5. Ed, infatti, quella notte di Halloween, c'erano tutte le premesse perché la band di Detroit entrasse direttamente nella leggenda. A salire per primi sul palco, furono gli Stooges di Iggy Pop. L'aria era quasi irrespirabile, con tutto quell'aroma soporifero di incenso e marjuana. Il set di Iggy & c. fu, come al solito, eccezionale: punk-ante litteram come non se ne è visto mai. Le luci stroboscopiche scivolano insidiose sul volto degli spettatori: il Grande Ballroom appare come una bolgia di grida e di silenzi irreparabili. Ad infiammare ulteriormente il pubblico, ci pensò una violenta arringa di J.C. Crawford, "Brother" e "Spritual Advisor" della band: "I wanna hear some revolution out there, brothers. I wanna hear a little revolution".

Certo, oggi il suo messaggio può apparire datato, ma quella sera sembrava che davvero la rivoluzione fosse prossima ad abbattersi sugli States, facendo piazza pulita di tutto il loro bagaglio di idiozie criminali. E la violenza e la rabbia con la quale si apre "Ramblin' Rose", con quel falsetto di Tyner che cavalca in maniera egregia il caos organizzato da Kramer, da Smith e da tutto il resto della combriccola, è la rabbia, violenta e smisurata, di tutti i presenti al grande evento, e, di riflesso, di una intera generazione stanca di soprusi e di politici da strapazzo. Giusto qualche attimo di pausa, ed ecco giungere uno dei momenti essenziali della storia del rock, quello in cui Tyner grida, senza esitazione, "Kick out the jams, motherfuckers!". Quello che segue è uno dei brani più epilettici di sempre, con la batteria rutilante e pestona, le mitragliate incendiare delle sei corde, e il basso che, mentre sembra sommerso dal rumore assordante, lancia barlumi minacciosi e veementi. Quanto di più iconoclasta l'America puritana poteva aspettarsi!

Senza prendere respiro, la corazzata MC5 dilania ulteriormente la sotterranea vena blues in "Come Together", marciume sonico che precipita periodicamente in abissi di rumore e di deliri dionisiaci. C'è un clima di eccitazione febbrile nel pubblico che segue, stupefatto, questi moderni baccanali, queste apocalissi vertiginose di sesso, droga e rock & roll. E il concerto, allora, diventa un vero e proprio happening, dove tutti si sentono protagonisti, perché tutti hanno un ruolo: quello di essere qui e ora.

"Rocket Reducer No. 62" continua a macinare feedback e distorsioni, e sembra di vederle quelle torri di amplificatori che tremano, quasi impaurite di dover sopportare tanta violenza. Ma non c'è spazio per i tentennamenti, come sembra voler suggerire il punk sudicio e sfrenato di "Borderline", con scintille al napalm di chitarra. Un momento di distensione è rappresentato dal blues esuberante di "Motor City Is Burning", con Smith e Kramer intenti a disegnare sublimi triangolazioni di accordi velenosissimi. "I Want You Right Now" ha un passo solenne, con la ritmica abbandonata al suo destino, in mezzo a quelle chitarre furibonde e malsane.

Giusto il tempo di lasciare spazio alla voce, qui più sensuale che mai, di Tyner, ed ecco esplodere di nuovo il caos, senza compromessi. A questo punto, a dare il colpo di grazia ci pensa una incredibile rilettura della "Starship" di Sun Ra, profeta del jazz-cosmico. La progressione imperiosa lancia il rumore tra le stelle, lo lascia annegare tra buchi neri e galassie lontanissime. Il silenzio cosmico viene trafitto da bagliori impercettibili, da vocalizzi primordiali e da brandelli psichici. Tutto assume contorni oscuri, indefinibili. Lontane le sarabande assordanti e le distorsioni magmatiche, ecco apparire una voce che lancia messaggi da un punto disperso nell'universo. La platea è come ipnotizzata: ognuno è vicino all'altro, ma, dentro di se, lontanissimo da tutto e da tutti. La liberazione definitiva, il ritorno all'origine, a quel fruscio impalpabile che era la nostra curiosità per un mondo non ancora ridotto a pura immagine, è prossima. Questo è quanto il disastro strumentale che chiude Kick Out the Jams sembra prefigurare.

Irriducibili e ultra-politicizzati, gli MC5 sono un cancro da cui l'America non è mai riuscita a liberarsi. Dopo la pubblicazione dell'album, la band non riuscì a godersi il suo momento di gloria, dato che Sinclair venne arrestato per una losca storia di droga. Senza il loro manager, gli MC5 persero anche l'appoggio della Elektra. Poco male. L'Atlantic, infatti, era già pronta sulla porta di casa con un nuovo contratto. Ma senza Sinclair, la forza dirompente e l'impegno politico del primo album svanirono senza lasciare traccia.

Prodotto da Jon Landau, Back In the Usa fu pubblicato nel 1970, e vede la partecipazione anche di due tastieristi, Pete Kelly e Dan Jordan. Molti addetti ai lavori ritengono che sia questo "l'album definitivo del proto-punk". Difficile dirlo con certezza, però brani quali "Looking At You" e "Human Being Lawnmover" sembrano confermare quanto sopra.

Comunque, venuta meno l'urgenza espressiva e la volontà di sperimentare elevando il rumore a "poesia sonora", l'album non può che apparire, per forza di cose, inferiore al suo monumentale predecessore. Se "Tutti Frutti" e la title-track (poste una all'inizio e una alla fine dell'album) sono riletture possenti di brani di Little Richards e di Chuck Berry, gli anthem supersonici, che si susseguono uno dopo l'altro nella terra di mezzo, non fanno altro che scatenare un trambusto estenuante e minaccioso, privo, però, di quella capacità enormemente "creativa" che caratterizzava i brani del primo album. I fan si divisero in merito al nuovo approccio della band; molti, tra l'altro, mal sopportavano l'avvenuta "de-politicizzazione".

Nel 1971, dopo un anno di concerti in giro per gli States, fu la volta di High Times, loro terzo e ultimo album ufficiale, nonché quello più accessibile. La matrice hard-rock del lavoro precedente viene qui sovraccaricata da una strampalata vena rhythm & blues. Brani come "Sister Anne", "Skunk (Sonicly Speaking)" o "Baby Won't Ya", pur essendo di discreta fattura, non possono fare altro che confermare che il viaggio della band di Detroit è, purtroppo, giunto al capolinea. Non c'è che dire, però è stato un gran bel viaggio. E ora, "kick out the jams, motherfuckers!".








11/02/2007 15:48
 
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Muse
I Muse sono un trio di Tinighmonth, Inghilterra, esploso negli ultimi due anni grazie a un sound peculiare, che combina tenere melodie vocali, chitarre al vetriolo e suggestive atmosfere elettroniche. Una formula che rivitalizza il pop anemico dei Radiohead con una verve hardcore presa in prestito da band come Sonic Youth, Nirvana e Rage Against The Machine.

La band nasce nel 1999 dall'incontro tra Matthew Bellamy (voce, chitarra e pianoforte), Dominic Howard (batteria) e Chris Wolstenholme (basso e cori). E nello stesso anno pubblica l'album Showbiz (Mushroom Records/Spingo) che conquista i favori del pubblico dell'indie-rock (oltre mezzo milione di copie vendute) e diversi premi della critica: "Brand New Band 2000" all'NME Carling Premier Awards, nomination come best band e best album ai Q Awards, best band e best live act ai Kerrang Awards. Sulla band si concentrano le attenzioni di diverse etichette internazionali, tra cui la Maverick di Madonna che li ingaggia negli Stati Uniti.

La critica li consacra subito come gli gli eredi del guitar-sound, ormai disperso in divagazioni elettroniche, dei Radiohead. Ma c'è anche chi li accosta al cantautorato poetico e intimista di Jeff Buckley. Eppure per Matthew Bellamy, leader della band, le influenze dei Muse sono completamente diverse: "Adoriamo i Rage Against The Machine e i Primus, siamo cresciuti ascoltando band alternative come Sonic Youth e Dinosaur Jr.". Influenze già percepibili in brani ambiziosi come "Fillip" e (soprattutto) "Sunburn", che travalicano i confini dell'agonizzante Britpop di fine anni '90. E di energia hardcore vibrano anche le performance live del gruppo, che sul palco scatena un uragano di suoni elettrici: "Ci presentiamo soli - racconta Bellamy - con i nostri strumenti, e chi ci ha visto può garantire che abbiamo l'energia di un'intera orchestra". E' proprio dal vivo, in effetti, che i Muse riescono ad essere più trascinanti, come conferma il successo della loro recente tournée italiana, che ha registrato sempre il tutto esaurito.

Ma l'etichetta Britpop, per i Muse, è difficile da cancellare. E c'è già chi ironizza su di loro come "cloni" dei Radiohead. "La missione dei Muse è suonare come un ibrido geneticamente modificato di Queen, Jeff Buckley e Radiohead. Ci sono riusciti?", ironizza New Musical Express. E così Bellamy e soci decidono di accentuare l'anima rock del loro suono. Dichiarano apertamente di volersi rifare soprattutto al chitarrismo doc, da Jimi Hendrix ai Nine Inch Nails, passando per i Police e i Nirvana. E al solito produttore John Leckie (Radiohead, Stone Roses) decidono di affiancare David Bottrill, già con A Perfect Circle, Tool, Deus. La svolta si consuma in un tour americano che vede i Muse come gruppo spalla prima di Pavement e Flaming Lips, e poi dei Red Hot Chili Peppers. Bellamy, chitarra elettrica alla mano, si esibisce in performance infuocate che culminano spesso con il sacrificio degli strumenti di hendrixiana memoria.

Da questa svolta chitarristica nasce il nuovo album Origin Of Symmetry, preceduto dal robusto singolo "Plug In Baby". Registrato negli studi Real World di Peter Gabriel a Bath e nello studio galleggiante sul Tamigi di proprietà dei Pink Floyd, è un album rabbioso e romantico al tempo stesso, che conferma il talento della band britannica. L'umore malinconico di brani come "New Born" ("L'amarezza cresce dentro/ come un neonato/ quando hai visto troppo e troppo presto"), "Darkshines" e "Citizen Erased" aggiorna al Duemila lo spleen decadente di Morrissey. E tutto il disco mette in mostra un sound fattosi ora più corposo e variegato, con tinte elettroniche metalliche e spaziali. Lo stesso NME, che nel frattempo li ha consacrati "band rivelazione del 2000", scrive ora di loro: "I Muse sono riusciti a trasformare le loro nevrosi di provincia in un'idea universale".

Il successo di Origin of Symmetry riporta alla luce anche uno dei primi lavori della band: l'interessante Ep Muscle Museum, che mette in evidenza il debito dei Muse verso il prog-romantic degli Ultravox di "Quartet". Ormai la stampa britannica punta chiaramente su di loro, insieme ai Belle and Sebastian, come band di punta della scena indie rock. Ma Bellamy resta diffidente sui pericoli dello show business: "Ci sono molti uomini d'affari che spremono gli artisti e basta. In Gran Bretagna, poi, la stampa esagera sempre: ora ti esalta e ora ti distrugge. Fino a poco fa non venivamo presi sul serio, forse perché eravamo troppo giovani, ora le cose stanno cambiando". Parola del nuovo astro nascente del rock britannico. Un ragazzo del 1978 che dice di identificarsi in "Blue Valentine" di Tom Waits e di amare oltre ogni limite il personaggio di Al Pacino nel "Padrino".

I Muse tornano nel 2002 con la doppia antologia Hullabaloo Soundtrack che raccoglie B sides degli inizi carriera (marzo 1999-ottobre 2001) più un estratto da un concerto a Parigi.

Nel 2003 i Muse tornano con Absolution , per un ennesimo successo di pubblico, che però delude in buona parte le aspettative della critica.
Dopo una intro inutile parte "Apocalypse Please", pezzo tirato retto in retrovia da un accordo elementare di piano, con la voce di Bellamy che come al solito tende in progressione e gioca in falsetto, pochi accordi di tastiere minimali alla Philip Glass. Pezzo sincopato dalla struttura scheletrica ma di buon impatto. Come al solito, però, è la voce che sorregge il brano mentre la parte strumentale arranca un po’. La successiva" Time Is Running Out" è un pezzo tutto sommato simile, ma gode di una progressione mozzafiato rovinata da un coretto indegno in coda allo zenit emotivo del brano. Rallentiamo con "Sing For Absolution", pezzo compositivamente più solido, decisamente melodico con finale in crescendo, forse un po’ troppo urlato, ma tutt' altro che disprezzabile. "Stockholm Syndrome" prova degli inserti quasi heavy senza convincere, c' è una ricerca ostentata del “wall of sound”, ma tra l' altro cominciamo un po' ad annoiarci di Bellamy, sempre sull'orlo del collasso con l'ugola appesa al microfono. Pezzo inutile. "Falling Away With You" ha un inizio voce e acustica che ben presto accelera, per poi riprendere la linea melodica primitiva. Quello che manca è proprio la struttura compositiva, che risulta inconsistente. Tralasciamo "Interlude", 30 secondi di rumore , per proseguire con "Hysteria", pezzo chitarristico che riprende un po' "Stockholm Syndrome", con l'aggravante di un ritornello adatto ai cori da stadio. "Black Out" ci stupisce un po' per la sovrabbondante presenza di archi: pezzo malinconico, magari non travolgente, ma suggestivo.
Stiamo disperando di tornare almeno alla qualità dei primi brani ed ecco " Butterflies And Hurricanes", forse il pezzo migliore del disco, solita progressione, ma rinvigorita e raffinata da un ottimo ed eclettico gioco strumentale, con la sezione ritmica che riesce a oltrepassare i limiti di un accompagnamento granitico ma un po’ ottuso e inserti pianistici che sembrano veramente rubati a Gershwin. Un pezzo ridondante e decadente, ma veramente notevole. Che sia solo un 'illusione, però, lo dimostra la successiva "The Small Print", solito e sterile scintillar di muscoli e rotear di spade. "Endlessly "è un riempitivo così come "Thoughts Of A Dying Atheist", che per lo meno ha il pregio di una ritmica ballabile e divertente. Colpo di coda finale con "Ruled By Secrecy", lenta, al piano, suadente e malinconica.
Absolution è un disco alterno, non da buttare ma sostanzialmente una grossa delusione.

Il quarto disco dei Muse abbandona in parte le atmosfere da qualunquismo apocalittico orribilmente classicheggiante del lavoro precedente, per ripescare il pop-rock elettrico degli esordi, ma non solo. Il gruppo cerca nuove vie, tenta di ampliare il proprio raggio d’azione; impossibile non porsi dubbi dopo il passo falso di Absolution, che faceva intravedere un’obsoleta tendenza a comporre canzoni banali e ripetitive.

Il singolo che lancia Black Holes & Revelations (2006) lascia intravedere segnali incoraggianti: "Supermassive Black Hole", con il suo riff epidermico e il suo falsetto volutamente sdolcinato, si rivela infatti un ibrido rock moderno, con la sua carica ipnotica, tra eco discendenti e distorsioni luccicanti. Purtroppo, però, non tutto il disco si mantiene su questi standard; il synth che introduce "Take a Bow" sa di già sentito ed il tema melodico è ancora peggio; i Muse vogliono comporre musica toccante, ma non sono i Radiohead. Il brano si riprende tuttavia nel crescendo elettronico successivo, avvincente e ricco di tensione. La melodia banale di "Starlight" si basa su un impasto di fondo discreto; rovinato dall’appeal troppo easy del cantato. Ugual sensazione suscita "Invincibile", forte di un ritmo marziale e di musicalità tenui, rovinate dalla melodia insulsa. "Soldier’s Poem" è la solita triste ballata senza alcun sussulto emotivo.
Le trame si fanno più interessanti con "Map Of The Problematique", un affascinate intreccio di chitarre ed elettronica dalle sonorità distese e ben equilibrate. "Assassin" è bel rock, affannato forse nel refrain, ma abbastanza slanciato nel macinare ritmi furenti. L’epico riff di "Exo Politics" è probabilmente il migliore del lotto, stesso discorso non si può fare per la melodia che si dimostra il principale punto debole del disco. Dispiace vedere come brani discreti di rock elettronico vengano continuamente rovinati dal songwriting stantio di Mathew Bellamy. "City Of Delusion", sfuggente mix di psichedelica sintetica e armonie latineggianti, sarebbe stata un piccolo capolavoro, messa nelle mani dei musicisti giusti. "Hoodoo" fa capire che i Muse, privati della voce lamentosa di Bellamy, sarebbero potuti essere persino un punto di riferimento per il prog-rock.
Ma purtroppo non tutte le favole hanno un lieto fine e dobbiamo accontentarci dei sei splendidi minuti di guerra trasposta in musica che vanno a formare "Knights Of Cydonia", forse l’unico vero brano degno di essere ricordato in questo disco, insieme al primo singolo.
Black Holes & Revelations è un album sintomatico dei problemi del gruppo; le potenzialità per diventare qualcuno ci sono, ma nella maggior parte dei casi vengono sciupate a favore di un pop-rock dannatamente insulso e maleodorante. È ora che i Muse imparino a gestire le loro capacità.








20/02/2007 20:36
 
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skruigners
Gli skruigners nascono ufficialmente nel febbraio del |1996|. dopo i primi quattro concerti con un diverso cantante, in agosto raggiungono finalmente una formazione definitiva che vede ivan alla voce, luca alla chitarra, pippo al basso e carlame alla batteria. il primo pezzo viene pubblicato su una compilation chiamata no stars featuring e in dicembre è già pronto un demo tape omonimo con 10 canzoni, con il quale il gruppo inizia a suonare per i centri sociali e i locali della zona.

nel maggio del |1997| si ritorna in sala di registrazione per incidere un nuovo demo tape dal titolo ricercato che riscuote subito un buon successo, tanto che darà al gruppo l'opportunità di pubblicare un vero e proprio album per abraxas (runt records).

nel febbraio |1998| il lavoro è gia pronto anche se uscirà solo in luglio. in la cosa che non ha importanza, che verra' stampato sia in cd che in vinile e distribuito in tutto il mondo, sono riarrangiati e reincisi i 10 pezzi di ricercato con l'aggiunta di 2 brani dal primo demo e 4 canzoni inedite.

i rapporti con l'etichetta non sono però dei migliori e gli skruigners decidono molto presto di cambiare strada iniziando una collaborazione con tube records che li porta a registrare il loro secondo cd. grazie di tutto esce nel novembre |1999| con 16 nuovissime canzoni.

dopo numerosi concerti, nel marzo del |2000| luca e pippo abbandonano il gruppo, e nonostante voci fondate di un definitivo scioglimento, ivan e carlame si decidono a continuare comunque il progetto portato avanti fino a quel momento. chitarrista e bassista vengono velocemente sostituiti da titti e chicco, già membri dei gutalax, e non viene annullato nemmeno un concerto.

in pochi mesi però il gruppo è costretto a cambiare nuovamente bassista, e propone a stefano, cantante dei corey, di sostituire chicco. con la nuova formazione si riprende a suonare e a preparare canzoni, fino a quando, nel novembre |2001| è pronto il nuovo album: finalmente vi odio davvero.

nel |2002| si moltiplicano i concerti e le partecipazioni a compilation e fvod permette agli skruigners di suonare in tutta italia, in croazia e in svizzera con un buon seguito.

con il |2003| inizia la preparazione del quarto album, duemilatre, che vede la luce in ottobre ed è seguito da un lungo tour promozionale che attraversa di nuovo italia, svizzera e croazia, ma che comprende anche zone mai raggiunte prima.

nel giugno del |2004| nuovo cambio di formazione: mattia sostituisce stefano al basso, ed anche questa volta non viene cancellato alcun concerto. a settembre esce punk it! vol.2, split a quattro gruppi prodotto da rude records, a cui gli skruigners partecipano insieme a derozer, pornoriviste e l'invasione degli omini verdi, con tre brani più una traccia video. a novembre titti decide inaspettatamente di abbandonare il gruppo per motivi personali.

la ricerca del nuovo chitarrista dura un paio di mesi, e nel gennaio del |2005| entra ufficialmente a far parte del gruppo lorenzo, ex componente di no time to lose e the lazy. nel mese di maggio viene registrato night of the speed demons, il primo live ufficiale, che uscirà entro la fine dell’anno in uno split cd condiviso con cripple bastards e woptime. in ottobre ennesimo cambio di formazione: lorenzo viene sostituito da tadzio, già chitarrista di the end of six thousand years








21/02/2007 18:10
 
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Michael "Mick" Jones e Tony James sono due ragazzi inglesi di Brixton, un distretto del sud di Londra, che insieme a Brian James nel 1975 decidono di dare vita ad un gruppo, che chiamano London S.S. (S.S. sta per Social Security, non ha niente a che vedere col nazismo): ma il gruppo intorno al Natale dello stesso anno si scioglie, senza mai avere suonato nemmeno un concerto, quando Brian se ne va per formare una nuova band, i Damned. Mick vorrebbe dare vita ad una nuova band insieme a Keith Levene, un ragazzo sedicenne che lo ha colpito per la sua bravura nel suonare il suo strumento, e a Paul Gustave Simonon, un giovane hooligan abituato alla guerriglia urbana, alla lotta fra gang, ai lanci di pietre contro le finestre dei ricchi, che Mick aveva conosciuto qualche tempo prima durante le audizioni per trovare un cantante per i London S.S., e che come lui è un ex studente ad una scuola d'arte. Ma Paul non sa suonare alcuno strumento, e pertanto Mick decide di insegnargli a suonare prima la chitarra e poi, quando si accorgono che è troppo difficile per lui, il basso (comprato tra l'altro da Tony James), sul cui manico disegna le note per ricordarsi dove mettere le dita. A fianco della band c'è, come già nei London S.S., il manager Bernard "Bernie" Rhodes, un socio d'affari al negozio d'abbigliamento "Let It Rock" di Malcolm McLaren, da qualche tempo a sua volta manager di un'altra band, i Sex Pistols, che sta ottenendo un notevole successo in quel periodo grazie alla sua volgarità e trasgressione. La band non riesce però, nonostante diversi tentativi, a trovare un cantante adatto alle sue esigenze: è per questo che Keith e Bernie agli inizi di giugno ad un concerto dei Sex Pistols al 100 Club (un locale situato in Oxford Street a Londra) approcciano John Graham Mellor, meglio conosciuto con il soprannome di Joe Strummer, leader di una pub-rock band piuttosto conosciuta a Londra chiamata 101'ers. I due, sapendo che Joe era rimasto colpito da quel nuovo movimento appena nato chiamato punk quando i Sex Pistols avevano aperto per i 101'ers al Nashville quello stesso aprile, gli chiedono se volesse provare a conoscere la loro band e magari vedere se gli può interessare diventare il suo frontman. Joe accetta di incontrarli al 22 di Davis Road, nel distretto di Shepard's Bush, dove è situata la loro sala prove: il 5 giugno Joe suona il suo ultimo concerto con i 101'ers al Clare Halls di Haywards Heath, diventando membro ufficiale del gruppo di Mick, Paul e Keith il giorno successivo, portando con sé il tecnico del suono dei 101'ers Mickey Foote, un suo amico da quando frequentava l'high school di Newport, nel Galles. Bernie a breve trasferisce la sala prove del gruppo in un vecchio capannone della stazione ferroviaria di Camden Town, nel nord di Londra, che affitta a basso prezzo e che viene battezzato dalla band "rehearsal rehearsals": nei giorni successivi, mentre dipingono le pareti della sala per personalizzarla, pensano a vari nomi per il nuovo gruppo finché, dopo avere adottato temporaneamente nomi quali The Weak Heartdrops, The Psychotic Negatives e The Mirrors, Simonon non se ne esce con "The Clash" dopo avere notato leggendo il quotidiano inglese "Evening Standard" che è una parola (che significa scontro, fragore) ripetuta di frequente. La prima formazione dei Clash è quindi composta da Joe alla voce, Mick e Keith alle chitarre e Simonon al basso, mentre dietro le pelli c'è Paul Buck, soprannominato Pablo LaBritain. Il gruppo compone presto i primi brani, organizzando il suo primo concerto per il 4 luglio del 1976 al Black Swan di Sheffield di supporto ai Sex Pistols, mentre poco dopo Terry Chimes prende il posto di Pablo alla batteria. Seguono altri shows, ma quello del 29 agosto al Screen On The Green di Islington (dopo il quale una rivista musicale li descrive come "una tipica garage band che dovrebbe tornare immediatamente in un garage") risulta essere l'ultimo con i Clash per Keith, che qualche giorno dopo viene cacciato dalla band in seguito ad una votazione (a cui Terry non vuole però prendere parte), a causa di differenze personali e musicali (anche se la band afferma che il suo allontanamento è stato dovuto al suo eccessivo consumo di droghe). In settembre i Clash effettuano il loro primo concerto senza aprire per i Sex Pistols, mentre nel frattempo si fa sempre più distintivo il loro look, caratterizzato da tute militari imbrattate dio scritte a spray. Intanto a causa degli scontri provocati dai punk il governo emette una ordinanza che proibisce le esibizioni dei gruppi punk per un certo periodo. Ma il nuovo genere continua a tirare, ed anche i Clash entrano nelle mire delle major: la Polydor Records chiede infatti alla band di registrare un demo, ed i Clash si chiudono così per due giorni di novembre ai Polydor Studios per incidere cinque brani, ma l'etichetta tentenna ad offrire loro un contratto pienamente soddisfacente. Intanto Terry ha deciso di lasciare il gruppo perché non può più sopportare la vita difficile dei gruppi punk, e viene sostituito per qualche data live con Rob Harper: con lui la band parte come quarta band (insieme a Damned e Heartbreakers) per l'"Anarchy In The U.K. tour" del dicembre del '76 dei Sex Pistols, che però li vede suonare in sole tre date (a Leeds, Manchester e Plymouth) poiché le altre sedici vengono annullate in seguito ad uno scandalo che gli stessi Sex Pistols hanno suscitato durante un'intervista televisiva. Terry accetta di suonare per l'ultima volta con la band il primo gennaio del '77 al Roxy di Covent Garden, mentre in gennaio Bernie scarta l'offerta di 25.000 sterline della Polydor per accettare quella della CBS, un'altra major, che ne vale 100.000 (contro le 40.000 che i Sex Pistols avevano ricevuto nell'ottobre del '76 dalla EMI): è così che il 21 gennaio del '77 la band firma con lei un contratto da dieci anni per dieci album. Il gruppo chiede, ottenendolo, a Terry di suonare per l'ultima volta coi Clash (che altrimenti si sarebbero ritrovati senza un batterista che conoscesse bene i pezzi) durante le incisioni del primo album, che avvengono con Foote come produttore in tre fine settimana (sei giorni in totale) di fine gennaio ed inizio febbraio al CBS Studio di Whitfield Street, lo stesso dove è stato registrato "Raw Power" degli Stooges, uno dei gruppi idolo dei Clash e tra i più importanti precursori di questo movimento che sta prendendo sempre più piede in questo ultimo periodo, il punk. In marzo viene esce il primo singolo della band, "White Riot"/"1997", che arriva fino al 38° posto delle classifiche inglesi ma riceve pochi passaggi alle radio. "White Riot" è un brano di duro attacco alle istituzioni per gli scontri al carnevale di Notting Hill a Londra del 30 agosto precedente tra polizia e giovani della comunità nera, a cui lo stesso Joe (insieme a Paul e Bernie) aveva partecipato attivamente: con sessanta arresti e più di 450 feriti è stata una delle più grandi sommosse della storia recente in Inghilterra, e questa esperienza ha aumentato in Joe, ma anche in tutti gli altri membri dei Clash, l'ammirazione per la cultura giamaicana. In aprile la CBS rilascia "The Clash", primo LP della band, (in cui Terry è citato tra i crediti con il soprannome di Tory Crimes): l'album arriva al 12° posto in Gran Bretagna, mentre la Epic Records, associata statunitense della CBS, rifiuta di rilasciarlo in America a causa della scarsa qualità del suono. Intanto, sempre in aprile, dopo 206 batteristi audizionati e qualche data live ancora con Terry, viene trovato il sostituto definitivo di Chimes: è un ragazzo ventunenne di Dover, Nicholas Bowen Headon, soprannominato "Topper", con il quale il primo maggio la band dà il via al "White Riot tour". Otto giorni dopo, il 9 maggio, i Clash diventano la prima punk band a suonare come headliner al Rainbow Theatre di Finsbury Park, Londra, dove i suoi fans, sulle note di "White Riot", già diventato uno dei brani simbolo del punk (insieme a "Anarchy In The U.K." dei Sex Pistols), distruggono 200 sedili ed invadono il palco. Sempre lo stesso mese la CBS rilascia il secondo singolo "Remote Control"/"London's Burning (Live)" senza consultare il gruppo, che avrebbe preferito il più orecchiabile "Janie Jones". Nel settembre del '77 la band entra in studio con Lee "Scratch" Perry, famoso produttore giamaicano di reggae, per registrare "Complete Control", un brano di critica verso la CBS rea di avere rilasciato il singolo precedente senza l'autorizzazione del gruppo. Il brano viene rilasciato nell'ottobre del '77 con b-side "City Of The Road", e raggiunge il 28° posto, mentre intanto la CBS, desiderosa di lanciare i Clash sul mercato americano e chiedendo perciò un suono più pulito e radiofonico adatto a quel mercato, inizia a fare pressioni per un nuovo album, prendendo però un po' in controtempo la band: iniziano così una serie di tensioni con la casa discografica e conseguentemente anche con il manager Bernie Rhodes circa il tipo di atteggiamento da tenere rispetto a queste pressioni esterne. Mick propone allora di andare a fare un viaggio in Giamaica per immergersi in quella cultura che sta influenzando sempre di più i Clash: Bernie è d'accordo, e così Mick e Joe si recano nella patria del reggae, rimanendovi per due settimane, scrivendo durante il loro soggiorno al Trust House Fort hotel vari pezzi per il nuovo lavoro. Agli inizi del '78 la band registra "Clash City Rockers", inteso per essere il nuovo singolo, sempre con Foote come produttore, che poi però viene licenziato essendo accusato dalla band di velocizzare le registrazioni per far sembrare i brani più energici e per la sua produzione tipicamente "sporca"; il singolo viene comunque rilasciato in febbraio con b-side "Jail Guitar Doors", una rielaborazione di una vecchia canzone dei 101'ers. Rhodes, con l'approvazione di Strummer e lo scetticismo di Mick, sceglie poi tra una lista approvata dalla CBS Sandy Pearlman come produttore del nuovo album, famoso negli Stati Uniti per i suoi lavori con Van Halen e Blue Öyster Cult, oltre che con qualche gruppo punk e pre-punk. Le registrazioni iniziano in febbraio al Basing Street Studio di Island, Londra, ma subiscono vari ritardi prima perché Simonon si trova a Mosca (costringendo il resto della band ad iniziare i lavori da sola), poi perché sempre in febbraio Joe deve essere ricoverato per una decina di giorni al Stephens Hospital a causa di un'epatite causatagli da uno sputo di un fans finitogli in bocca durante un concerto (quello dello sputare alla band è infatti uno stereotipo tipicamente punk). Il 30 marzo Simonon e Headon, dal tetto della loro sala prove, si divertono a sparare ai piccioni con delle pistole ad aria compressa, finché la gente su un treno di passaggio (la loro sala prove si trova nei pressi della stazione) non pensa di essere il bersaglio dei due: arrivano così sul posto volanti della polizia ed un elicottero, che conducono Paul e Topper alla stazione di polizia per chiarimenti. In seguito si scopre che i piccioni a cui sparavano era piccioni viaggiatori di un certo valore, ed i due vengono condannati ad una multa di 800 sterline. Le registrazioni possono poi riprendere nuovamente (non comunque senza intoppi spesso causati da litigi con Bernie), ma a breve vengono interrotte di ancora perché la band parte per un tour a cui sarcasticamente è stato dato nome "Out On Parole Tour", "fuori sulla parola", in riguardo alle vicende giudiziarie dei membri della band. Il 30 aprile i Clash suonano come headliner davanti a 100.000 persone al Victoria Park di Londra all'Anti-Nazi League festival organizzato dal "Rock Against Racism", rafforzando così la loro immagine di band impegnata nel campo sociale. In giugno esce il singolo "White Man In Hammersmith Palais"/"The Prisoner", che raggiunge il 32° posto in classifica, mentre l'8 luglio, ad un concerto della band all'Apollo di Glasgow, come alla maggioranza dei concerti punk (nonostante i Clash si siano sempre dichiarati anti-violenza - a differenza della loro musica -), scoppiano gravi disordini tra il pubblico, che culminano anche con l'arresto degli stessi Simonon e Strummer. Alla stazione di polizia dove vengono portati alcuni fans intonano ironicamente per loro "The Prisoner" ("il prigioniero"), la b-side del loro ultimo singolo. Ma intanto i litigi della band con Rhodes si fanno sempre più frequenti, impedendo sessioni di registrazione continue e serene, e Pearlman pensa perciò di allontanare la band un po' dall'Inghilterra, spostando così le registrazioni per tre settimane all'Automatt di San Francisco, in California, che il produttore ritiene inoltre essere uno dei migliori studi statunitensi per le sovraincisioni di chitarra (solo Mick e Joe, i due chitarristi, in realtà si recano in America per le registrazioni). Il mixaggio viene invece effettuato al Record Plant di New York, ma le continue incomprensioni con Bernie (che tra l'altro continua ad organizzare concerti in Inghilterra che la band non può effettuare perché Joe e Mick sono ancora in America per il mixaggio) principalmente sulla nuova strada che la band deve prendere, portano i Clash alla decisione (su spinta di Mick e Paul), di licenziarlo nell'ottobre del '78: la giornalista Caroline Coon, fidanzata di Simonon, prende il suo posto, mentre intanto Rhodes inizia una causa giudiziaria contro il gruppo, ricevendo in novembre dal tribunale il diritto a ricevere il 20% delle entrate dei Clash a cui ha partecipato come manager. Sempre in novembre esce il singolo "Tommy Gun"/"1-2 Crush On You" (la a-side è tratta dal nuovo album appena terminato, mentre la b-side è una vecchia canzone dei London S.S.), che raggiunge il 19° posto e precede il rilascio, sempre lo stesso mese, da parte della CBS di "Give 'Em Enough Rope", il nuovo full-length nel quale la band inizia a sperimentare anche suoni reggae, che raggiunge il 2° posto delle classifiche inglesi (non venendo comunque acclamato dalla critica). La band parte così per un tour inglese intitolato "Sort It Out tour", facendo come di consueto ironia (questa volta sui problemi portati loro da Rhodes, la CBS e la loro musica stessa), mentre "Give 'Em Enough Rope" viene rilasciato negli Stati Uniti dalla Epic qualche tempo dopo, agli inizi del '79. Intanto,in febbraio, i Clash partono per un tour nordamericano (con inizio a Vancouver, in Canada), che una volta a New York viene battezzato provocatoriamente "Pearl Harbour '79": ma le provocazioni non terminano qui, perché i Clash iniziano ogni concerto del tour con il suo brano "I'm So Bored With The USA". In febbraio la CBS rilascia in Gran Bretagna il singolo "English Civil War"/"Pressure Drop", che tocca il 25° posto, mentre intanto il gruppo continua i tour di promozione di "Give 'Em Enough Rope", che nel frattempo, a marzo, è arrivato a vendere 40.000 copie negli Sati Uniti ma, fermandosi al 128° posto, ha deluso le aspettative della casa discografica. Intanto la band ha abbandonato le vesti punk ed è passata ad abiti neri alla gangster (Mick si è anche tagliato i capelli in stile anni '50) ed ha trasferito la propria sala prove nel distretto di Pimlico, dove si rinchiude dopo essere tornata dall'America per scrivere delle nuove canzoni, alcune delle quali vengono poi registrate al Wessex Recording Studios di Highbury per essere incluse in un EP esclusivo per il mercato inglese, "Cost Of Living", che contiene anche una cover di "I Fought The Law (And The Law Won)" dei Bobby Fuller Four e che viene rilasciato in maggio dalla CBS, raggiungendo il 22° posto in classifica. Ma durante il breve tour americano di inizio '79 si sono verificate incomprensioni tra Caroline e Joe, e perciò la manager in giugno viene licenziata. In luglio l'album di debutto omonimo viene rilasciato anche negli Stati Uniti (dalla Epic), con una tracklist differente, dove comunque è già diventato l'album di importazione più venduto di sempre, avendo già passato le 100.000 copie. In agosto i Clash tornano al Wessex per iniziare le registrazioni per un nuovo LP (che inizialmente si dovrebbe chiamare "The New Testament") con alla produzione Guy Stevens (che aveva già prodotto i demo della band per la Polydor nel '76): le condizioni in studio, considerata la sua dipendenza da droga, non sono delle migliori, ma ne esce comunque un buon lavoro. Nel frattempo viene assunto come management la Blackhill Enterprises, un'agenzia fondata da Andrew King e Peter Jenner (quest'ultimo in passato già manager dei primi Pink Floyd), mentre in settembre ed ottobre la band torna negli Stati Uniti per un secondo tour denominato "The Clash Takes The Fifth", nel quale vengono accompagnati da Mickey Gallagher dei Ian Dury's Blockheads alle tastiere. I pezzi registrati con Stevens sono tanti e la band ottiene dalla CBS, non senza fatica, la possibilità di rilasciare il nuovo album in doppio LP e venderlo al prezzo di un singolo LP (e contato anche dalla CBS come un album singolo per quanto riguarda il contratto della band…), rinunciando per questo ad una parte della propria percentuale sui profitti. Ad inizio dicembre esce il singolo "London Calling"/"Armageddon Time" seguito poco dopo, lo stesso mese, dal nuovo full-length, "London Calling", che contiene anche nuove sperimentazioni quali jazz e r'n'b. La sua copertina, raffigurante Paul che spacca il suo basso sul palco, è una chiara rielaborazione di quella del primo album di Elvis Presley, e questo aiuta a rendere ancora più popolare il nuovo lavoro dei Clash, che debutta al 9° posto in Inghilterra e viene acclamato da fans e critica. Sempre in dicembre i Clash partecipano ad una serie di concerti organizzati da Paul McCartney dei Beatles per raccogliere fondi per la popolazione di Kampuchea, cittadina della Cambogia, e così la band condivide il palco con gruppi quali Who, Queen, Elvis Costello e Pretenders. Nel gennaio del 1980 "London Calling" viene rilasciato anche negli Stati Uniti, mentre intanto la Blackhill sta cercando di bloccare l'imminente rilascio di un film semi-documentario sui Clash (approvato in precedenza da Rhodes, e per il quale la band ha già ricevuto una buona somma) che raccoglie filmati originali dei concerti dell'ultimo anno e mezzo del gruppo ma che secondo il management mostra i Clash sotto un profilo troppo politico e violento, che credono non gli si addica più. In febbraio il gruppo, dopo uno show a Manchester, registra un nuovo brano, "Bankrobber", insieme al deejay giamaicano Mickey Dread, mentre nel frattempo i tentativi della Blackhill di bloccare il rilascio del film, costato 500.000 sterline, falliscono, e "Rude Boy" esce in marzo, debuttando al cinema Prince Charles di Londra. In maggio "Train In Vain (Stand By Me)"/"London Calling", singolo rilasciato solo in America, è il primo dei Clash ad entrare nella Top 30 degli Stati Uniti, raggiungendo il 23° posto, mentre allo stesso tempo Strummer, durante un tour europeo, viene arrestato ad Amburgo, in Germania, per avere colpito con la sua chitarra un fan violento nel pubblico durante un concerto, salvo poi essere rilasciato dopo un test alcolemico negativo; ma la disavventura gli costa comunque la proibizione di entrare nella città per qualche tempo. In agosto la band si reca a New York per registrare, all'Electric Ladyland Studios, nuovi brani per un nuovo album, ma senza Simonon, che va in Canada per girare un film insieme a Steve Jones e Paul Cook dei Sex Pistols: le parti di basso vengono così registrate durante le sessioni da Joe Strummer e Norman Watt-Roy dei Blockheads, mentre numerosi artisti partecipano alle incisioni, tra cui anche Gallagher, che negli ultimi tempi ha agito praticamente da quinto membro, e Dread, con il quale registrano i due pezzi a cui lui partecipa al Channel One Studios in Giamaica; ma durante le registrazioni Topper ha iniziato ad assumere quantità sempre più imponenti di eroina, provocando non pochi intoppi… Durante questo soggiorno a New York la band conosce anche Martin Scorsese, famoso regista che aveva conosciuto la band grazie a "Rude Boy" e l'ha presa in simpatia, iniziando anche a pensare a come inserirli in uno dei suoi prossimi lavori… Sempre in agosto esce in Gran Bretagna infine, dopo essere stato rifiutato per lungo tempo dalla CBS (nonostante sia stato importato come b-side dall'Olanda., dove è uscito prima), il singolo "Bankrobber"/"Rockers Galore… UK Tour", che tocca il 12° posto, mentre in ottobre viene rilasciato negli U.S.A. "Black Market Clash", una raccolta in mini-album 10" che permette ai fans d'oltreoceano di avere i primi pezzi dei Clash che non erano stati rilasciati nelle versioni statunitensi dei loro lavori. In ottobre Pennie Smith, ormai diventata fotografa ufficiale del gruppo (ha scattato anche la foto di copertina di "London Calling"), pubblica "The Clash: Before & After", un libro che raccoglie molte foto in bianco e nero che ha fatto al gruppo, mentre in novembre esce in Gran Bretagna "The Call Up"/"Stop The World", singolo che entra nella Top 40 e per la cui a-side viene girato anche un video, che costituisce il primo assaggio dell'imminente nuovo album, intitolato "Sandinista!" in onore della rivoluzione socialista Sandinista del Nicaragua che aveva posto fine al regime dittatoriale Somosa. Ancora una volta i Clash ignorano volontariamente le ripercussioni che un titolo del genere potrebbe avere sulle vendite e sulla loro immagine, soprattutto negli Stati Uniti, che avevano appoggiato il regime. Ancora una volta i Clash hanno registrato un gran numero di canzoni (anche perché agli inizi del '80 avevano pianificato "una campagna di singoli", ovvero il rilascio di una consistente serie singoli - in modo da averne sempre uno nelle parti alte delle classifiche - , poi annullata dalla CBS contro i voleri della band) e l'album viene così stampato sottoforma di triplo LP, venduto ancora una volta a basso prezzo (al prezzo di un doppio) grazie alla rinuncia dei propri proventi da parte del gruppo, questa volta per intero per le prime 200.000 copie vendute. "Sandinista!", che contiene 36 brani orientati sempre più al reggae ma anche con inserzioni dub e suoni campionati, esce nel dicembre del 1980 in Gran Bretagna e nel gennaio dell'anno successivo negli U.S.A., toccando nelle rispettive classifiche il 19° ed il 24° posto. Sempre in gennaio esce anche il secondo singolo estratto da "Sandinista!", "Hitsville UK"/"Radio One", che però non va oltre 56a posizione in Gran Bretagna. Lo stesso mese si conclude anche il rapporto con la Blackhill, e così Kosmo Vinyl, prima uomo tuttofare del management che ha controllato gli affari dei Clash durante l'ultimo anno, diventa l'addetto stampa della band, mentre Simonon si occupa dei conti. Ma la situazione finanziaria dei Clash, anche a causa delle rinunce a parte diritti degli ultimi due albums, è difficile, e Strummer, nonostante il forte scetticismo di Mick, presto convince la band a riassumere Rhodes (minacciando di lasciare i Clash se non fosse stato così), il quale dal canto suo accetta di essere pagato con una percentuale sugli incassi netti. Agli inizi dell'aprile del 1981 Topper viene condannato per detenzione di sostanze illegali e viene messo in libertà vigilata: in questo periodo la sua dipendenza da eroina sta diventando sempre più critica, ed il batterista arriva a consumare in questo periodo anche 100 sterline al giorno in droga solo per non stare male. Sempre in aprile la CBS rilascia il singolo "The Magnificent Seven"/"The Magnificent Dance", che raggiunge la 34a piazza, mentre nel frattempo la band entra in allo studio Marcus Music per registrare il nuovo singolo, "This Is Radio Clash". A fine mese il gruppo parte per una tournée europea, mentre per fine maggio ed inizio giugno sono previste una serie di nove concerti al night club Bonds International Casino di New York, ma i vigili del fuoco dopo la prima serata chiudono il locale perché delle 4.000 persone che poteva ospitare in caso di incendio sarebbero riuscite ad uscirne solo un quarto: i fans danno così vita ad una mini sommossa, convincendo i Clash ad aggiungere altre sette date per consentire a tutti di assistere ai loro shows, che si tengono nel locale a capacità ridotta. "This Is Radio Clash"/"Radio Clash", il nuovo singolo, esce in novembre solo in Gran Bretagna, dove tocca il 47° posto, mentre nel frattempo il gruppo ha registrato alcuni nuovi pezzi in uno studio mobile: Joe vorrebbe continuare le incisioni in questo modo per dare respiro alle finanze, ma Mick, che ha insistito per occuparsi della produzione, preme per tornare agli Electric Ladyland di New York. Mick infine riesce ad ottenere ciò che vuole, ma lo studio è molto caro, ed inoltre il gruppo deve noleggiare l'intero equipaggiamento dato che non ha il proprio dietro, non avendo fatto un tour negli Stati Uniti di recente; inoltre Jerry Green, che lavorava con loro in studio da parecchio tempo, è appena diventato padre e decide perciò di non lasciare la propria famiglia, costringendo i Clash a registrare con gente sconosciuta. Questa serie di cose (unite ai problemi di Headon, che ormai è mentalmente instabile e scoordinato nei movimenti) non fa altro che aumentare i contrasti all'interno del complesso, e la situazione, che già da qualche tempo è difficile, si fa critica tra Joe e Mick, che non vuole in alcun modo sottostare alle restrizioni di budget a cui il gruppo è costretto. In dicembre i Clash fanno una pausa e tornano a Londra, ma all'aereoporto di Heathrow Topper viene arrestato per tentata importazione di stupefacenti: questo, per lui che è in libertà vigilata, significherebbe la prigione, ma il 17 dello stesso mese viene condannato solo ad una multa di 500 sterline, portando a sua difesa il fatto che il suo gruppo ha bisogno di lui per le incisioni (è stato inoltre recentemente eletto da una rivista come quinto miglior batterista del mondo) e mostra un grande desiderio di guarire dalla tossicodipendenza. La sentenza finale del magistrato è ironica, "se non accetta i trattamenti, sarà il migliore batterista del cimitero", ma Topper la prende in parola ed inizia così un periodo di disintossicazione. Alla fine del gennaio del 1982 i Clash partono per una tournée nel Sud-Est Asiatico ed in Australia, al ritorno dalla quale, in marzo, decidono di ingaggiare Glyn Johns, in passato produttore di Who, Rolling Stones e Led Zeppelin, per terminare le registrazioni ed il mixaggio dell'album. Joe in marzo partecipa, sponsorizzato dal giornale britannico The Sun, alla maratona di Londra percorrendo i 41,8 km in 4 ore e mezza, mentre in aprile la CBS rilascia il singolo estratto dal nuovo album "Know Your Rights"/"First Night Back In London". Ma poco dopo, appena prima della partenza per il "Know Your Rights tour" in Gran Bretagna, Strummer sparisce, costringendo i Clash a rinviare tutti i concerti. Intanto in maggio esce il nuovo full-length, "Combat Rock" (che inizialmente avrebbe dovuto chiamarsi "Rat Patrol From Fort Bragg"), che contiene sempre maggiori quantità di pezzi funk e rap e annovera tra le collaborazioni anche il poeta Allen Ginsberg. L'album, la cui foto per la copertina è stata scattata su una ferrovia deserta in Thailandia nel marzo del 1982 durante il tour asiatico della band da Pennie Smith, raggiunge la 2a posizione in Gran Bretagna e la 7a negli Stati Uniti, venendo accolto benevolmente sia dal pubblico che dalla critica. Circa una settimana dopo, e tre dopo la sua scomparsa, Joe riappare, a Parigi (dove nel frattempo ha corso nuovamente la maratona), in tempo per partecipare al Lochem Festival in Olanda: la sua sparizione, una trovata pubblicitaria di Rhodes (insieme al desiderio di Joe di allontanarsi dai crescenti contrasti tra Mick e Bernie) scatenata dal manager a causa di un concerto a Inverness non del tutto esaurito in prevendita, non dà però i suoi frutti dato che il singolo di "Know Your Rights" non supera comunque il 43° posto in Gran Bretagna. Al ritorno dall'Olanda, Joe annuncia che Topper non fa più parte dei Clash a causa di differenze riguardo alla futura direzione politica che i Clash intendono intraprendere, ma in realtà l'abbandono è dovuto alla sua ormai incontenibile dipendenza da eroina. I Clash partono poi alla fine di maggio per un lungo tour negli Stati Uniti con Terry Crimes che ritorna a suonare la batteria, che in pochi giorni prepara la scaletta di una quarantina di pezzi che privilegiano il vecchio materiale. La band durante questo tour suona anche cinque date al Palladium di New York davanti ad un pubblico di 23.000 persone a sera, mentre nel frattempo, sempre negli Stati Uniti, gira con Don Letts (dj del Roxy, locale simbolo del punk londinese, con la passione per le riprese video) anche un video per "Rock The Casbah" (la cui musica è stata scritta interamente da Headon), il cui singolo viene poi rilasciato in Gran Bretagna in giugno dalla CBS con b-side "Long Time Jerk", entrando al 30° posto. In settembre i Clash, che non hanno suonato di come band di supporto dal '76, accettano di aprire i concerti del tour d'addio degli Who, suonando così otto concerti in alcuni dei più grandi stadi degli Stati Uniti, tra i quali anche lo Shea Stadium di New York (dove suonano per due sere consecutive davanti ad un totale di 130.000 persone), quello in cui nel 1965 i Beatles hanno dato vita al il primo grande concerto rock da stadio, venendo però in questo modo accusati da qualcuno di tradire i loro ideali anti-rock stars d'inizio carriera. Nel frattempo, sempre in settembre, esce il singolo "Should I Stay Or Should I Go?"/"Straight To Hell", che tocca il 17° posto in Gran Bretagna ed il 45° negli Stati Uniti, mentre in ottobre la band partecipa ad un enorme festival al Bob Marley Music Center di Montego Bay, in Giamaica, suonando insieme ad Aretha Franklin, tra gli altri. Nel gennaio del 1983 il singolo di "Rock The Casbah" diventa la maggiore hit dei Clash negli Stati Uniti (il suo video viene passato anche da MTV, un'emittente televisiva musicale nata da poco tempo), toccando l'8a posizione (facendo così entrare i Clash per la prima volta nella top ten statunitense dei singoli) e portando in questo paese "Combat Rock" a diventare disco di platino, riuscendo a passare il milione di copie vendute e facendo tornare finalmente le finanze della band ad alti livelli. Intanto i conflitti fra i componenti della band riemergono prepotentemente ed in particolare il rapporto fra Joe e Mick si guasta in modo insanabile: Terry, preso atto di questa situazione, in febbraio lascia nuovamente il gruppo, che è costretto così ad iniziare una nuova serie di 300 audizioni per trovare un rimpiazzo definitivo a Headon, che si concludono in maggio con la scelta di un giovane ventitreenne, Peter Howard. Ma la nuova line-up ha vita breve in questa forma, dato che il 28 maggio i cinque suonano insieme per l'ultima volta allo US Festival di Los Angeles (un festival di tre giorni): il 10 settembre infatti la CBS diffonde un comunicato che annuncia che Strummer e Simonon hanno deciso che Mick Jones non fa più parte del gruppo, ufficialmente perché si è allontanato dall'idea originale dei Clash. Nel gennaio del 1984 viene annunciata la nuova formazione: entrano a fare parte dei Clash due chitarristi, Vince Gregory White e Nick Sheppard, ma Joe, contrariamente a quanto deciso inizialmente, decide comunque di continuare a suonare anche lui la chitarra. La band testa i due nuovi membri per la prima volta al Santa Monica Civic Center, continuando poi per buona parte di quello stesso anno i tour in America ed in Europa, e verso la fine del gennaio del 1985 entra in uno studio di Amburgo per iniziare le incisioni di un nuovo full-length. Intanto Mick Jones ha iniziato una causa contro il gruppo per impedirgli di utilizzare il nome Clash, ma la band continua comunque ad effettuare concerti in Europa partecipando anche al Roskilde Festival in Danimarca in luglio, l'ultima esibizione prima dell'uscita di un singolo estratto dall'album in uscita, "This Is England"/"Do It Now", che viene rilasciato dalla CBS in ottobre e che raggiunge la 24a posizione. Il nuovo full-length, "Cut The Crap", in cui i la stesura dei brani è accreditata congiuntamente a Clash e Rhodes, esce il mese successivo, entrando al 16° posto, ma viene fortemente criticato dalla stampa: questo convince Joe e Paul a licenziare gli altri membri del gruppo, compreso Bernie, e nei primi giorni del 1986 dare l'annuncio che i Clash non esistono più.
Poco dopo, sempre nel 1986, la Mercury Records rilascia il primo album da solista di Topper, "Waking Up", ma l'anno seguente viene condannato a 15 mesi di reclusione per avere fornito della droga ad un amico poi morto di overdose.
Nel marzo del 1988 la CBS (la Epic per l'America) rilascia la prima raccolta della band, "The Story Of The Clash", un doppio album che raggiunge la 7a posizione in Gran Bretagna, mentre nell'ottobre del 1989 il Rolling Stone, una delle principali riviste musicali americane, nomina "London Calling" il migliore album degli anni '80 (negli U.S.A. era infatti stato rilasciato nel gennaio del 1980, mentre in Gran Bretagna già nel '79). Nel 1989 Joe rilascia il suo primo album da solista, "Earthquake Weather", ma non ottiene un gran successo, mentre nel '90 le voci di scioglimento dei Big Audio Dynamite, il gruppo formato da Mick nel 1985, alimentano le voci di una riunione dei Clash, ma sono infondate.
Nel '91 la marca d'abbigliamento Levi's utilizza "Should I Stay Or Should I Go" in un suo spot pubblicitario: la CBS ristampa il singolo (insieme al brano "Rush" dei Big Audio Dynamite), e per la prima volta, nel marzo del '91 (a più di cinque anni dal suo scioglimento) il gruppo riesce non solo a portare per la prima volta una sua canzone nella top ten britannica, ma addirittura al primo posto. Le voci di una riunione dei Clash so fanno ancora più pressanti, ma ancora una volta non si avverano. Intanto anche il nuovo progetto di Paul (nato nel 1988), gli Havana 3 A.M., nel '91 rilascia il suo primo album omonimo, mentre sull'onda del rinnovato successo dei Clash escono presto nuove raccolte della band, come "The Singles Collection" e "Clash On Broadway", quest'ultimo un triplo CD contenete anche degli inediti, entrambi usciti entro la fine del '91, e "Super Black Market Clash", rilasciato nel novembre del '93. Nell'ottobre del '99 esce prima "From The Westway To The World", un documentario curato da Don Letts contenente materiale inedito, e poi il primo CD live ufficiale del gruppo, "From Here To Eternity", che racchiude canzoni registrate dal vivo durante il periodo che va dal '78 al '82, l'epoca in cui i Clash erano all'apice della loro carriera, seguito poco dopo dalla ristampa su CD di tutti sei gli album della band. Il mese seguente torna a fare parlare di sé Strummer con la sua nuova band, i Joe Strummer & The Mescaleros, che rilasciano il loro primo album, "Rock, Art & The X-Ray Style", seguito nel giugno del 2001 dal secondo "Global A Go-Go", edito tra l'altro dalla Hellcat Records (una sottocasa della Epitaph) di Tim Armstrong dei Rancid.
Nel novembre del 2001 Joe e Mick (con i Mescaleros) tornano per la prima volta dall'inizio degli anni '80 di nuovo insieme sul palco, per un concerto di beneficienza a favore dei vigili del fuoco inglesi, ma poco tempo dopo, il 22 dicembre, Joe muore a causa di un infarto nella sua casa di Somerset, in Inghilterra, dove dal '97 viveva con sua moglie Lucinda Tait (sposata nel '95), lasciando due figlie ed una figliastra.
Pochi mesi dopo, nel marzo del 2003, i Clash vengono inseriti nel Rock 'N' Roll Hall Of Fame ed in contemporanea viene rilasciata una nuova raccolta, "The Essential Clash", contenente 41 brani della ormai storica band.
Fonte:PUNKWAVE










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27/02/2007 16:45
 
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I Misfits si formarono nel New Jersey anno Domini 1977 (tre anni solo dopo i newyorkesi Ramones): Arthur Googy drums, Doyle guitar, Jerry Only bass, Glenn Danzig vocals. Erano degli epigoni dei Ramones, cioè dei Rolling Stones (quando fondevano blues) o dei Beach Boys (quando fondevano la surf music, a sua volta derivata dalla fusione dei "gruppi vocali", con il rock'n'roll) passati in una fonderia; o spinti a 1000 watt. E il processo di fusione, come già per i Ramones, era quello a mezzo il martellare di Stooges, New York Dolls e Dictators. Facevano quello che poi si sarebbe chiamato "hardcore" (nato prima ma codificato dopo e come ritorno di fiamma del "rumore" inglese, cioè del punk) e che insieme a Germs e Circe Jerks "scoprirono", dopo che lo avevano inventato i Ramones (incompresi e inascoltati dall'America di Patti Smith e Television; esplosi, come "immigrati in casa", subito dopo l'esplosione del punk inglese che indirettamente avevano causato).

Il punk è un fenomeno inglese; l'hardcore americano. Il punk è la spoliazione da una canzone rock di tutte le componenti blues, melodiche, armoniche, tecniche e di arrangiamento e il portare ciò che rimane di questa radice agli estremi di depravazione sonora, vocale e concettuale. L'hardcore è lo stesso; solo che compie lo stupro di questa radice rock con quello che poi verrà chiamato "heavy metal". Non a caso quest'ultimo genere nasce in America: dopo che in Inghilterra era nato il punk, tradotto nell'oltreoceano con hardcore; dopo che in Inghilterra era nato prima l'hardrock (Deep Purple) e poi il metal (Judas Priest, Motorhead, Iron Maiden).

Ci vollero 5 anni di urla sul palco (segnatamente quello del CGBG's), casse sfondate da brani fulminei, caotici e convulsi prima di giungere a un album che raccogliesse i feti di questi incesti sotterranei. E' il 1982 quando esce Walk Among Us (Rhino); dura 25 minuti, e sono senza respiro. Album generalmente considerato il migliore della band, risulta tuttavia penalizzato dalle pecche con le quali si è formato: il materiale e il modo (soprattutto) di esecuzione di questo materiale sono anni '70.

L'album risulta (da un punto di vista fonico specialmente) un nato-morto; datato prima ancora di uscire.

D'altra parte nessuno può andare a dire ai Misfits qualcosa in merito al genere che hanno inventato; il problema, ciononostante è che l'invenzione risaliva a quattro o cinque anni prima e che nel frattempo gli stessi inventori non l'hanno aggiornata, apparendo così, alla fatidica data dell'82, indietro e meno maturi dei suoi stessi figli, dell'hardcore di seconda generazione (Bad Brains, Minor Threat, Fear, Flipper) che nell'81 con Black Flag, Dead Kennedys, Adolescents, Descendents e T.S.O.L. appariva già istituzionalizzatosi, rendendo (storicamente) quasi superfluo il voler ribadire da parte dei Misfits. "20 eyes" (1':46'') esplode subito in una cantilena rapidissima e ciclicamente autoreferenziale, che si ripete, ripete e ripete sino a dissolversi o sciogliersi in un sole accecante. "I turned into a martian" (1':43'') cambia ritmo e passo ma non intensità: dà l'abbrivio a una delle tematiche più care al gruppo e poi più sfruttata dal genere: quella dell'alienazione infantilmente vista rappresentando il soggetto che ne è afflitto proprio come un marziano. "All hell breaks loose" (1':47'') è il primo capolavoro dell'album: ritornello mozzafiato, voce subliminalmente roca e pacatamente sgomenta, incedere beach/noir. "Vampira" (1':26'') muta ancora d'impianto: tematicamente mostra come i Misfits siano i Black Sabbath dell'hardcore; in effetto sonoro, lo stesso: nero, tenebre e notte finanche quando, a volte a sproposito (pur senza mai lasciar venir meno un certo afflato tragico), si autoindulge "mattacchionamente" a non prendersi sul serio. "Nike a go go" (2':16'') ad altri volumi potrebbe essere la "Arabian Knights" di Siouxsie and the Banshees. "Hatebreakers" (3':06) è la sintesi del bene e male del bello e del brutto dei Misfits: sezione ritmica ossessiva, chitarra scudisciante, voce sgomenta e vissuta (ora dall'aldilà) poi, purtroppo, il coretto liceale sbrigativo e stupido che invita a smemorarsi di tutto (e per prima di quella tragicità, quando è lei la sola a nobilitare) scherzare su noi stessi. È quest'ultima la componente più Ramones nei Misfits; quella componente goliardica e limitante che tuttavia ha fatto appassionare ai Ramones stessi milioni di persone. "Mommy can I go out & kill tonight", direttamente dalla platea di un fumoso concerto, dimostra quello che fosse in grado di fare Danzig in quelle stagioni e fa dei Misfits uno dei gruppi più coinvolgenti e grandi sul palco: come chi non ha paura di niente, ha perso tutto, e non gli rimane che giocarsi, in un ghigno autoflagellante, quest'ultimo niente. "Night of the living dead" (1':58'') merita il medesimo commento di "Hatebreeders" a cui però è inferiore. "Skulls" (2':00'') giunge come il secondo capolavoro dell'album: un'intonazione melodica con sottofondo caotico in una lievità tragica a cui non rimarranno indifferenti né i Pixies né i Mudhoney; sprofonda l'animo. "Violent world" (1':46'') cambia e ricambia posa perdendosi un po' in se stessa: sarà tuttavia, nella dinamica, ripresa da migliaia di gruppi. "Devils whorehouse2 (1':45'') è il terzo e ultimo capolavoro: sembra partire banale, poi giunge a una serie di ritornelli (scanditi da un metronomo che picchia in sottofondo) stile volo pindarico. "Astro zombies" (2'15'') più che per la forma (tuttavia ripresa pari pari dai Misfits collegiali anni '90) è importante per i contenuti: il tema dello zombie, che oggi fa sorridere, si istituzionalizzò (nel cinema come nella musica o nel vestiario dark/halloween) con brani come questo. "Braineaters" (56'') è una marziale cantilena da marinai in congedo senza scorza né contenuti.

Earth A.D./ Woolfsblood (Plan, 1983) fonicamente e a livello di missaggio, è ancora più menomato del precedente. Le composizioni, tuttavia, sono superiori. "Earth A.D.", se avesse trovato sfogo in una registrazione solamente media e non pessima (quel pessimo che tuttavia contribuisce a dare il fascino dell'oltretomba periferico alla musica dei Misfits), avrebbe potuto stare in "Kill'em all" dei Metallica. "Queen wasp" non è da meno. "Devilock" parte direttamente heavymetal: la voce di Danzig sarà (nel suo fioco controllato) un punto di riferimento per Hefield. "Death comes ripping" sembra dentro un fustino del detersivo ma è la briglia "tecnica" di cui dicevamo prima, che non elimina la violenza estrema ricercata a tutti i costi dal gruppo, che in ogni suo componente ricerca il massimo (di estremismo). "Green hell" è una delle canzoni più importanti della musica rock. Nessuno, nemmeno i Sex Pistols, aveva fatto niente di tanto violento; assale senza tregue; non fa né prigionieri né feriti. È un irresistibile salmo dell'autolesionismo. Quando ne rifaranno la cover i Metallica dovranno solo portarla e non aggiornarla (perché lo è già) al '97. "Wolfsblood" apre, tematicamente e programmaticamente, la saga dei lupi mannari e delle profanazioni di cimiteri nelle notti di un'America pre (o post)-industriale: furente e senza compromessi nei toni e nei tempi. "Demonomania" detta il tempo (1000 all'ora) con cui i Misfit (e tanti adolescenti di allora) vivevano le avventure sepolcrali notturne: e la velocità, naturalmente, al cervello, la danno le sostanze stupefacenti. "Bloodfast" è un inno sgomento e penoso. "Hellhound", invece di risollevare, cala sempre di più nelle tenebre dell'angoscia, ma un'angoscia tutta oggettivata ed esteriore; e in cui non siamo noi a scendere all'inferno, ma questo ad affacciarsi, tramite zombie, sulla crosta terrestre. L'irruenza della modalità in cui ciò avviene simula poi, lo strozzare di uno zombie sulla sua vittima di turno (che è andata per di più a stuzzicarlo al cimitero); la voce di Danzig (a tratti un pre/topo-in-gola) simula questo soffocamento. "Die, die my darling" è il manifesto universale dell'album e dei Misfits: nel tessuto melodico poteva essere un rock normale: nell'esecuzione Misfits diviene un rock/metal tanto sconvolto quanto coinvolgente l'ascoltatore, che non può far a meno di immedesimarvisi o prestargli un'attenzione esistenziale. Qui anche i cori si affrancano da ogni riduzionismo in una superiore unità tragica. "We bite" chiude, a mille (in un pre-trash), come era iniziato, l'album.

Dopo quest'album, Danzig se ne andrà dal gruppo e darà vita a una lunga carriera solista all'insegna del rock-metal. Vanamente Jerry Only riformerà il gruppo con Michael Graves alla voce pubblicando American Psyco (Geffen, 1997) e Famous Monster (Roadrunner, 1999).








01/03/2007 20:17
 
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raw power
I Raw Power nascono a Reggio Emilia nel 1981 per iniziativa dei fratelli Mauro e Giuseppe Codeluppi, rispettivamente voce e chitarra.

Con la pubblicazione di You Are the Victim (Meccano, 1983) il gruppo si pone alla testa della scena hardcore italiana che proprio in quegli anni mostra un notevole vigore. L'album riprende il punk di Circle Jerks e Minor Threat (ritmi ipercinetici, canzoni ultrabrevi, testi d'argomento politico-sociale, ecc.), ma lo fa con una grinta e una convinzione tale da suscitare interesse anche al di là dell'oceano.

Nel 1984 Jello Biafra li invita a rappresentare l'Italia al festival di punk internazionale organizzato a Los Angeles in contrapposizione alle coeve olimpiadi sportive. I Raw Power intraprendono quindi un lungo tour negli Stati Uniti durante il quale in settembre, a Indianapolis, registrano in un unica sessione il loro secondo album.

Screams from the Gutter (Toxic Shock, 1985) si presenta come uno dei migliori esempi di fusione tra hardcore e speed-metal, in linea con lo stile proposto in quegli anni da D.R.I. e Agnostic Front. Più che sull'originalità, l'album fonda la propria importanza su un piano strettamente strumentale e compositivo, sfoggiando una delle migliori formazioni di sempre in ambito punk.
Tra tutti svetta il batterista Helder Stefanini, all'epoca diciassettenne, i cui trascorsi jazz gli permettono di inserire fraseggi inediti determinanti nel trasfigurare miniature punk che altrimenti si confonderebbero tra le migliaia di questo periodo. Valga tra tutti l'esempio di Joe's the Best nel quale il battito al tempo stesso tecnico e istintivo, raffinato e naif, si sviluppa funambolico, esulando dalla sua funzione ritmica per farsi protagonista assoluto.
L'altra colonna strumentale è il chitarrista Davide Devoti, il cui stile si pone a metà strada tra il rumorismo schizoide di Greg Ginn e il solipsismo tecnico di Kirk Hammett. I suoi assoli e il suo feedback, colpiscono di continuo secondo la tattica guerrigliera dello spara e scappa, anche se è forse solo il formato ridotto dei pezzi a impedire che si dilunghino in modo stucchevole. In brani come Bastard o Nihilist la sua chitarra riesce anche a dare una parvenza di melodia alla frenesia generale.
Mauro Codeluppi si dimostra a sua volta uno degli urlatori più efferati della storia del rock: i suoi vocalizzi al vetriolo in brani come Raw Power o Don't Let Me See It precorrono il grindcore facendo al tempo stesso impallidire Henry Rollins.
Giuseppe Codeluppi fornisce il canovaccio a questi tre interpreti d'eccezione, inanellando riff memorabili a getto continuo. Del resto, benché i singoli brani siano tutti minuscoli, la loro sequenza senza soluzione di continuità fa sì che le due facciate del disco possano essere considerate come due lunghe e articolate suite.
State Oppression, Hate e Power diventano subito standard del gruppo, destinati ad essere ripetuti ad ogni loro concerto, ma i capolavori sono altri. A Certain Kind of Killer, ad esempio, che in cinquanta secondi scarsi riesce a condensare un clima d'attesa, una sfuriata selvaggia, un mid-tempo frenetico e una chiusura improvvisa. Oppure Start a Fight, personale versione della jam improvvisata che coi suoi due minuti sembra interminabile in rapporto al formato canzone generale. Oppure My Boss e Police Police, di certo tra i più trascinanti thrash-punk di sempre. Oppure Politicians (con una citazione degli MC5) e Our Oppression che mostrano strutture articolate in grado di allontanarsi dagli schemi consueti.
Sintesi e superamento di dieci anni di punk rock, Screams from the Gutter rimarrà negli anni il capolavoro insuperato dei Raw Power e uno dei migliori dischi hardcore di sempre.

Wop Hour (Toxic Shock, 1986) è un ep dal vivo che raccoglie gli out-takes di Screams tra cui brilla per efferatezza Fuck Authority.
Il ritorno in Italia è traumatico. Stefanini e Devoti lasciano il gruppo per intraprendere una florida carriera di turnisti. After Your Brain (Toxic Shock, 1986) risente non solo del cambio di formazione (Stefanini suona ancora, ma a mezzo servizio), ma anche degli scadenti studi di registrazione italiani del tutto inadeguati a catturare l'impeto selvaggio della banda. L'entusiasmo e la voglia di replicare l'exploit precedente si risolvono in un disco di punk metal per lo più convenzionale in cui solo una manciata di brani regge il confronto con il passato recente, nell'ordine: Buy and Pay (forse la loro cavalcata più devastante), We Shall Overcome (forse il loro brano più melodico), You're Fired, No Place to Hide e Nothing Better to Do (scariche adrenaliniche tutto sommato ineffabili).
Nonostante i cambi di formazione i fratelli Codeluppi riescono a tenere in piedi il gruppo. I Raw Power continuano così per la loro strada alternando tour negli Stati Uniti a dischi in studio di modesta portata.

Mine to Kill (Southern Studios, 1989) tenta di aggiornare il suono alla moda del thrash-metal proprio quando questa moda sta passando.

A sua volta l'antologico Live Danger (TVOR, 1991), mostra tutta la stanchezza di un gruppo che sembra trascinarsi nel fango.

Too Tough to Burn (Contempo, 1993), vede il ritorno di Stefanini, ma il suo apporto è tutt'altro che essenziale, limitandosi a battere il tempo come un batterista qualsiasi. Con una cover di Thin Lizzy in evidenza (Heaven and Hell), il disco sembra ispirarsi più all'hard rock che al thrash metal. Il battito stereotipato di Jane and Joe, le rime baciate di This Ain't a Way to Go, l'alternanza di strofa, ritornello e assolo in Run for Cover sono quasi ridicoli per un gruppo che fonda la propria fama sulla carica selvaggia e naif.

Fight (Godhead, 1995) mostra segni di ripresa, se non altro per la produzione di Don Fury che aggiorna il suono allo stile di Biohazard e Sick of It All, ma al di là della buona registrazione si fa fatica a trovare brani memorabili.

I Raw Power continuano tuttavia a godere di un fedele pubblico di sparuti, ma agguerriti fan, i quali d'altronde non sanno se catalogare il proprio attaccamento tra la nostalgia del passato o la compassione del presente.

L'antologico Live from the Gutter (Godhead, 1996) conferma ancora una volta la superiorità del repertorio di Screams su quello seguente.

Addirittura Burning the Factory (Grand Theft Audio, 1996), ristampa di demo, bootleg e out-takes degli esordi, si presenta come la loro migliore pubblicazione degli ultimi dieci anni.

Reptile House (Toxic Ranch, 1998) e Trust Me (Hello, 2001) cercano quindi di recuperare il clima adrenalinico degli esordi, senza però rendersi conto di quanti anni siano trascorsi da allora.

In definitiva i Raw Power rimangono gli autori di un unico, grande, irripetibile disco. Prolungando ottusamente la loro carriera non hanno fatto altro che istigare dubbi su quanto quell'episodio fosse voluto o fosse invece il frutto di una casuale alchimia momentanea.








12/03/2007 17:54
 
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nirvana
I Nirvana sono il gruppo più rappresentativo del movimento grunge. In pochi anni e con una manciata di album all’attivo, sono riusciti a imporsi come la vera leggenda della scena di Seattle, riuscendo a interpretare l’umore di un’intera generazione e trasformando l’alternative rock in un fenomeno di massa. Il sacrificio del loro leader, Kurt Cobain, ha certamente alimentato il mito, ma l’impatto della musica dei Nirvana sugli anni ’90 è indiscutibile e si può paragonare per certi versi a quello avuto dagli Rem e dagli U2 sul decennio precedente.
Le radici delle band sono individuabili nell'ambiente dei loro colleghi Melvins. Ispirandosi a loro, Kurt Cobain (canto e chitarra), Chris Novoselic (basso) e Chad Channing (batteria) formano i Nirvana e iniziano a suonare usando proprio la strumentazione di seconda mano dei Melvins. In realtà, nessuno dei tre è di Seattle: Cobain è nato a Hoquiam (Washington), Novoselic e Channing sono californiani. Ma i loro dischi, insieme a quelli di Pearl Jam e Soundgarden, trasformeranno questa piccola città del Nord-Ovest degli States in una fabbrica di successi miliardari.
Dopo aver pubblicato il 45 giri “Love Buzz/Big Cheese” per l'etichetta simbolo della scena cittadina, la Sub Pop Records, i Nirvana esordiscono a 33 giri con Bleach (1989). Cobain si rivela subito l’anima del gruppo. Le sue capacità compositive, in bilico tra John Lennon e Sid Vicious, emergono da pezzi come “About A Girl”, una ballata che preannuncia l'esistenzialismo e la vena desolata del suo stile, ma anche da prototipi grunge come “School”, “Blew” e la cover “Love Buzz” che fissano subito i parametri del sound Nirvana degli anni a venire. Un sound duro e spigoloso, che mescola il blues-rock sporco di Rolling Stones e Stooges con la tradizione hard-rock (dai Led Zeppelin agli Aerosmith) e con il fervore hardcore di Husker Du e Pixies. Il disco e la successiva tournée garantiscono alla band un buon successo e la incoraggiano a proseguire, malgrado già affiorino i problemi di salute psico-fisica del suo leader.
Ingaggiato alla batteria Dave Grohl (Warren, Ohio), il trio firma con la major Geffen e, nel settembre 1991, pubblica Nevermind. Prodotto da Butch Vig e mixato da Andy Wallace, è un disco destinato a entrare di diritto nei classici di sempre.
Pochi album, nella storia del rock, hanno infatti saputo incarnare con la stessa intensità gli umori e le ansie di un'intera generazione. Eppure Kurt Cobain, a registrazioni ultimate, non era soddisfatto.
Non perdonava a Gary Gersh e a Andy Wallace, rispettivamente discografico e produttore, di aver voluto mettere le mani sul materiale, accentuandone dinamica e profondità, e smussandone gli angoli. Stava commettendo un errore colossale. Proprio l'equilibrio, infatti, è il segreto di questo lavoro, capace di mescolare con le giuste proporzioni hard-rock e melodia, asprezza del suono e nitidezza degli arrangiamenti, furia punk iconoclasta e malinconia esistenziale. La peculiarità dei Nirvana è di saper associare al sarcasmo nichilista del punk un talento melodico sconosciuto a gran parte delle formazioni che emergono nello stesso periodo. E poi ci sono i testi: una perfetta fusione fra musica e vita, in grado di creare una simbiosi mitica fra artista e pubblico che tocca il suo apice in “Smell like teen spirit”, il grido rabbioso che apre l'opera e rimarrà negli annali a simboleggiare lo spirito, apatico e sarcastico, di un'intera generazione (lo rivisiterà anche in un'interessante versione "sensuale" Tori Amos).
Rinunciando in parte alla durezza del precedente “Bleach”, Cobain dà sfogo ai suoi demoni in una serie di ballate nevrotiche, che ricordano da vicino quelle del suo grande maestro, Neil Young. Ascoltare per credere pezzi come “In Bloom”, “Lithium” e “On A Plain”, che donano al disco un tormentato vigore. Ma a conquistare il pubblico sono anche l'autobiografica “Come As You Are”, il lamento acustico di “Polly”, il bisbiglio moribondo di “Something In The Way”. L'album (quasi 10 milioni di copie vendute, contro le 30mila dell'esordio) diventerà uno dei maggiori successi discografici di tutti i tempi, senza alienare tuttavia ai Nirvana le simpatie delle frange più "dure e pure" del loro pubblico. L'urlo di Cobain, quasi distaccato, ma al tempo stesso vivo e struggente, diventa in breve tempo uno dei simboli più potenti del rock di fine secolo. E la musica di Seattle porta alla luce un'altra America, popolata di giovani disadattati e inquieti che, da underground, assurgono improvvisamente a fenomeni di costume.
Nel dicembre 1992 la Geffen pubblica Incesticide, raccolta di rarità registrate alla BBC, singoli inediti su album e versioni alternative. Poi, nel settembre del 1993, dopo una serie di speculazioni sullo stato di salute di Cobain, esce In Utero. Prodotto da Steve Albini, guru della scena alternative e del punk più duro, il disco viene inciso in due sole settimane. È una miscela di canzoni rabbiose e desolate (“Rape Me”, “Serve The Servants”, “Pennyroyal Tea” e, soprattutto, “All Apologies”, ripresa poi anche da Sinéad O’Connor) e di esagitate esplosioni rumoristiche al limite della cacofonia (“Scentless Apprentice”, “Frances Farmer Will Have Her Revenge On Seattle”, “Milk It” e l'autoironica “Radio Friendly Unit Shifter”). Molto più debole di “Nevermind”, l’album riflette soprattutto l’odissea personale di Cobain, sposatosi nel frattempo con Courtney Love delle Hole. E’ la testimonianza di un cupo, inguaribile senso di impotenza e fatalismo.
Il disco ottiene un buon successo di vendite, anche se aliena in parte al gruppo le simpatie di quella "Mtv generation" che li aveva consumati come l’ennesima “sensazione” del momento. Ma proprio su Mtv i Nirvana ripropongono, in un’affascinante chiave acustica, molti dei loro successi, incidendo il fortunatissimo Unplugged in New York. Testimonianza di un concerto del novembre 1993, l’album svela l’anima sofferente delle canzoni di Cobain. Spogliati degli orpelli hard-rock, i brani dei Nirvana si rivelano struggenti confessioni di un incurabile disagio esistenziale. Un’atmosfera di tragedia imminente pervade le rivisitazioni di “Pennyroyal Tea”, “All Apologies”, “Come As You Are” e “About A Girl”. Ma a dare nerbo al disco sono anche alcune cover come “The Man Who Sold The World” di David Bowie, “Lake Of Fire” e “Oh Me” dei Meat Puppets e una straziante versione del classico di Leadbelly “Where Did You Sleep Last Night”. Nello stesso periodo, la Geffen pubblica anche la videocassetta “Live! Tonight! Soldout!”, una storia musicale nervosa e ironica dei Nirvana ricostruita con spezzoni di interviste e filmati amatoriali alternati ad alcune esibizioni dal vivo. La dimensione più selvaggia ed elettrica dei concerti della band di Seattle sarà invece testimoniata dal live From the muddy banks of Wishkah.
Ma il successo non servirà a guarire il biondo idolo punk di Seattle. Come prima di lui Jimi Hendrix e Jim Morrison, anche Kurt Cobain porterà ad estreme conseguenze la sua autodistruzione. Dopo lunghi e dolorosi mesi dedicati a un tour europeo, l'8 aprile 1994 il leader dei Nirvana si toglie la vita con un colpo di pistola, consacrandosi per sempre al culto dei fan. Nel suo messaggio d’addio, un epitaffio: “It’s better to burn out than to fade away”, “meglio bruciarsi che svanire a poco a poco”. E’ un verso di "My my, hey hey", la canzone del suo maestro Neil Young. Un anno dopo, il cantautore canadese renderà omaggio alla memoria del suo discepolo dedicandogli "Sleep With Angels".
Neanche Kurt Cobain sfuggirà purtroppo all'immancabile operazione commerciale post-mortem, che porterà alla "riesumazione" del suo ultimo brano prima del suicidio, "You Know You're Right", allo scopo di vendere qualche copia in più dell'antologia The Best Of Nirvana (tredici classici della formazione di Seattle). E su altri presunti 109 brani inediti, nascosti in qualche cassaforte, è già iniziata la battaglia legale tra Courtney Love, Krist Novoselic e Dave Grohl. "Capisci, ci sono un sacco di soldi di mezzo", ha ammesso la Love. Ma è solo l'ennesimo litigio sulle briciole dei defunti nella storia del rock.








12/03/2007 17:58
 
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guns n'roses
Il gruppo fu fondato nel marzo del 1985, da Axl Rose, Tracii Guns, Izzy Stradlin, Ole Beich e Rob Gardner. I componenti originari provenivano da due gruppi, gli L.A. Guns (poi riformatisi) e gli Hollywood Rose, e presero così il nome dall'unione di questi. Dagli Hollywood Rose provenivano Axl Rose (voce) ed Izzy Stradlin (chitarra ritmica), suo amico d'infanzia, e dagli L.A. Guns provenivano Tracii Guns (chitarra solista), Ole Beich (basso) e Rob Gardner (batteria). Si esibirono per la prima volta il 26 marzo 1985.
Ole Beich, originariamente negli L.A. Guns, lasciò il gruppo e fu poi sostituito da Duff McKagan, che esordì l'11 aprile al locale "Radio City" ad Anaheim (California). Sempre ad aprile anche il batterista Rob Gardner, proveniente dallo stessa band d'origine di Beich, se ne andò e lasciò il posto ad un batterista non accreditato per qualche data. Poco dopo, anche il chitarrista Tracii Guns abbandonò il gruppo per riformare gli L.A. Guns, assieme a Gardner. Guns venne sostituito da Slash e il batterista ignoto da Steven Adler, entrambi provenienti (come McKagan) dai Road Crew. I due nuovi membri esordirono il 6 giugno 1985, al "Troubadour" di Hollywood. La band raggiunse quindi un assetto stabile, con la formazione più famosa e che la porterà al successo.
Dopo un difficile tour lungo la strada per Seattle (Washington) ed altri due nell'Oregon, i Guns tornarono a Los Angeles e si stabilirono in un piccolo magazzino ribattezzato "Hellhouse", suonando insieme, svolgendo lavori occasionali e contunuando le date nella zona. Come altri gruppi che giravano per i locali di Hollywood, i Guns furono tra i primi ad assumere un aspetto "sleazy glam".
Tom Zutaut della Geffen Records, stupito dalla loro esibizione al "Troubadour", diffuse in giro la falsa notizia che "facessero schifo" perché avesse più tempo e mezzi per scritturarli. Axl ricevette dal manager un'offerta di 75.000 dollari. Per farsi assumere, disse ad un'agente dell'etichetta Chrysalis che avrebbero firmato solo a questa condizione, "se lei avesse camminato nuda per Sunset Boulevard". Per tre giorni Zutaut rimase a guardare tale esibizione, e fu così convinto a chiudere l'accordo. Il loro primo manager divenne Alan Niven, che poi li avrebbe aiutati ad incidere Appetite for Destruction.
Così, nel 1986, i Guns autoprodussero l'EP Live ?!*@ Like a Suicide. L'etichetta che lo rilasciò era la UZI Suicide, creata ad hoc dalla Geffen ma non ufficialmente riconosciuta.

Appetite for Destruction, G N' R Lies
Il loro primo album Appetite for Destruction, uscito nel 1987, è considerato uno dei più importanti nella storia del rock. Nel corso degli anni ha venduto più di 25 milioni di copie in tutto il mondo e, dei suoi singoli, "Welcome To The Jungle", "Paradise City" e "Sweet Child O' Mine" entrarono ai primi dieci posti in classifica negli Stati Uniti. Il disco fu anche uno dei primi a lanciare lo sleaze metal: qui infatti, alle sonorità prevalentemente hard rock e glam metal, i Guns univano elementi più grezzi di derivazione punk. I suoi testi erano incentrati perlopiù sugli eccessi dei componenti e sulla vita nei bassifondi di Los Angeles, ma non mancavano pezzi sentimentali. All'uscita dell'album i Guns avevano abbandonato la maggior parte del loro look glam, specialmente il trucco, e si presentavano con una più semplice aria da rockers.
Presto si scatenarono polemiche, per l'abuso di alcol e droghe e per l'immagine violenta e scandalosa del gruppo, tanto che la prima copertina dell'album, un dipinto di Robert Williams intitolato appunto Appetite for Destruction, fu censurata e cambiata. Il quadro illustrava una scena surreale, in cui un mostro con i denti "a pugnale" difendeva una ragazza da uno stupratore robotizzato. Soprattutto alcune comunità religiose protestarono, e così i Guns sostituirono quel dipinto con un loro tatuaggio.
I cinque facevano ampio uso di stupefacenti, tanto da meritarsi, durante il tour inglese, il soprannome di Lines N' Noses (piste e nasi); la stampa locale disse di loro: "Sono addirittura peggio dei Beastie Boys!". I Guns suonarono anche da spalla a Mötley Crüe, Aerosmith e Rolling Stones, per poi intraprendere un proprio tour. Insieme a KISS ed Iron Maiden parteciparono anche al Monsters Of Rock a Donington Park, nel 1988. I cinque girarono anche alcuni videoclip di supporto ai singoli, che trainarono l'album e le sue vendite, che iniziarono in quell'anno e durano tuttora. I video per "Welcome to the Jungle" e "Sweet Child O' Mine" furono premiati agli MTV Video Music Awards.
Nel 1988 uscì G N' R Lies, che raccoglieva i pezzi di Live ?!*@ Like a Suicide e quattro canzoni acustiche (tra cui la versione originale di "You're Crazy", già nel primo album). Ci furono nuove polemiche, per i contenuti razzisti ed omofobi di una di queste ("One in a Million"). Malgrado le difese e le accuse di fraintendimento rivolte alla critica, le polemiche crearono notevoli problemi alla band, che decise di togliere dalla scaletta dei suoi concerti la canzone per evitare ulteriori problemi. Il testo di "One in a Million" conteneva provocazioni ritenute di cattivo gusto, ma in realtà voleva descrivere come Los Angeles era apparsa al suo arrivo ad Axl, cresciuto nella campagna chiusa e bigotta di Lafayette, nell' Indiana. Considerando poi vari dati, appare chiaro come i Guns N' Roses non pensassero davvero a ciò che avevano espresso nel testo. Inoltre lo stesso Rose ha dichiarato di essere comunque fan di musicisti gay (tra i bersagli del brano), come Freddie Mercury dei Queen ed Elton John.
La raccolta fu promossa da vari concerti con i Body Count. Il loro frontman Ice-T, sul libro The Ice Opinion avrebbe scritto "che sia lui che Axl erano vittime della stampa".
Dopo che Slash e Duff erano apparsi intossicati agli American Music Awards, al punto da insultare volgarmente il pubblico, la Geffen Records gli chiese di controllare i loro comportamenti. A quel tempo cominciarono anche le pressioni di Axl, anche lui contrario alla tossicodipendenza dei compagni di band. Il cantante minacciò di abbandonarla se gli altri Guns non si fossero disintossicati dall'eroina: convinti da Rose, Steven, Slash ed Izzy cominciarono la terapia. Axl diede questo ultimatum durante un concerto del 1989 al Los Angeles Coliseum, in cui aprirono di nuovo per i Rolling Stones.

Primi anni '90
Axl Rose e Slash in concerto.Nel 1990 Steven Adler fu cacciato dal gruppo, dato che i suoi problemi con la droga gli rendevano sempre più difficile suonare; fu sostituito da Matt Sorum, ex batterista del gruppo The Cult[5]. In seguito ingaggiarono il tastierista Dizzy Reed, amico d'infanzia di Axl, per ampliare ulteriormente le proprie sonorità. Intanto Adler fece causa agli ex compagni di band, e ne fu risarcito.
Nel maggio del 1991, il manager Alan Niven fu licenziato e sostituito da Doug Goldstein. Poi il gruppo partì per un tour internazionale di tre anni, lo Use Your Illusion Tour, seguito da oltre sette milioni di persone. I Guns, tranne che per alcune date nei paesi del Pacifico, furono accompagnati da una sezione di coriste ed una di fiati. Tra le prime performance di quel tour, vi furono un assolo di Slash sulle basi de Il Padrino (1972), una versione al pianoforte (di Axl) di "It's Alright" dei Black Sabbath, ed una estesa di "Move to the City". Nel settembre dello stesso anno uscirono Use Your Illusion I e Use Your Illusion II, prodotti insieme a Mike Clink (già alla consolle per Appetite for Destruction). Entrambi i dischi rimasero nella classifica di Billboard per 108 settimane.
Molte performance dello Use Your Illusion Tour furono contraddistinte da risse, ritardi e lamentele di Axl Rose. La dipendenza della band da alcol e droga, anche se ancora presente, era in quel momento sotto controllo, ma Axl dovette far fronte ad altri problemi, tra cui la sicurezza, gli accorgimenti tecnici in concerto e le loro registrazioni indebite, da parte di alcuni loro fans. Il 2 luglio 1991[6], durante un concerto al Riverport Amphitheater di Maryland Heights (Missouri), non lontano da St. Louis, Axl Rose saltò in mezzo al pubblico e litigò con uno spettatore che li riprendeva con una videocamera. Tornato sul palco per volere dei suoi compagni, Rose mise presto fine all'esibizione. Dopo aver tacciato al microfono l’incapacità della sicurezza, se ne andò. La folla rispose con una rivolta violenta, che lasciò ferite alcune persone. Il cantante fu accusato di aver incitato le risse, ma la polizia non poté arrestarlo fino all’anno successivo, quando la band stava per cominciare altri concerti fuori degli USA. Malgrado i capi d’accusa, un giudice non lo considerò direttamente responsabile della vicenda. In sua difesa, Rose disse che le guardie del corpo dei Guns N' Roses avevano fatto quattro richieste separate ai loro colleghi del Riverport, per allontanare quella videocamera, ma non gli risposero; gli altri Guns sostennero di essere stati presi dal pubblico a colpi di bottiglia; inoltre denunciarono l’atteggiamento conciliante delle guardie del luogo, che agli spettatori avevano perfino permesso di ubriacarsi e girare armati. Per siffatti motivi, nelle pagine di ringraziamenti dei due Use Your Illusion c'era il messaggio nascosto "Vai all'Inferno, St. Louis!".
Il 20 aprile 1992 parteciparono al Freddie Mercury Tribute, uno dei più importanti eventi degli ultimi 20 anni di musica internazionale (vi hanno suonato tra gli altri anche Robert Plant dei Led Zeppelin, Elton John, David Bowie, Roger Daltrey degli Who, Zucchero, Liza Minnelli, Tony Iommi dei Black Sabbath e i Metallica). La mattina suonarono prima "Paradise City" e poi una cover di Bob Dylan, "Knockin' on Heaven's Door". Il pomeriggio si esibirono Slash (che eseguì un assolo in "Tie Your Mother Down", canzone di apertura dei concerti dei Queen) ed Axl, che cantò la parte finale di "Bohemian Rhapsody" (in duetto con Elton John) e "We Will Rock You", e poi salutò il pubblico. Ricomparve infine abbracciato agli altri artisti, sul coro finale di "We Are The Champions".
Da Parigi nel 1992 fu trasmesso un concerto in pay-tv in cui comparvero come ospiti Lenny Kravitz, che suonò una canzone composta da lui e Slash, e gli Aerosmith, che suonarono "Mama Kin" e "Train Kepta Rollin'". Dei Guns, il concerto più famoso di allora fu quello a Tokyo nello stesso anno, dove nei decenni precedenti molti altri gruppi si erano già esibiti (primi fra tutti i Deep Purple). Si aprì con "Nightrain", e si concluse con "Paradise City". Durante il concerto furono eseguiti brani presi da tutti i loro album. In seguito, di questa esibizione sarebbero stati stati pubblicati due DVD. In quel periodo il video per "November Rain" (dall'album Use Your Illusion I), uno dei più costosi della storia della musica, fu anche premiato per la migliore cinematografia agli MTV Video Music Awards. "You Could Be Mine" fu inclusa anche nella colonna sonora di Terminator 2, e fu girato un video con spezzoni del film. Oltre che per "November Rain" furono girati clip ad alto budget per "Estranged" e "Don't Cry", mentre per altri pezzi come "The Garden Of Eden" furono realizzati video più a basso costo.
All'inizio degli anni '90, iniziarono anche a crearsi dissapori all'interno del gruppo. Nel 1991 Izzy Stradlin lo lasciò e fu rimpiazzato da Gilby Clarke, che seguì i Guns in tour (salvo alcune date del 1993 dove, infortunato, fu sostituito da Izzy). Stradlin sostenne di aver abbandonato il gruppo, a causa dei contrasti con Axl e Slash (soprattutto per gli alti costi del video di "Don't Cry", sempre secondo le sue dichiarazioni). Nel 1992 Duff uscì dall'alcolismo e pubblicò un album da solista, Believe in Me.

Il declino
Nel 1993 uscì The Spaghetti Incident?, contenente cover di gruppi perlopiù punk. Suscitò nuove polemiche, per la presenza di una cover di Charles Manson nascosta alla fine dell'album. Nello stesso anno i Guns furono premiati come "Miglior Gruppo Hard Rock", agli World Music Awards.
Axl Rose aveva anche problemi con le sue ex mogli per accuse di maltrattamento, ma nel frattempo ottenne i diritti sul nome Guns N' Roses, e quindi ebbe anche nominalmente il ruolo di guida della band, che di fatto già aveva. Ciò fu molto contestato da Slash, secondo le cui dichiarazioni i Guns avrebbero rischiato di perdere Axl durante un tour se non gli avessero ceduto i diritti.
Nel 1994 Axl licenziò Gilby Clarke, e lo sostituì col suo vecchio amico Paul Huge. I Guns incisero la cover di "Sympathy for the Devil" dei Rolling Stones, per la colonna sonora del film Intervista col Vampiro; da quell'anno Slash non fece più parte del gruppo, a causa del completo deterioramento del suo rapporto con Axl. Tuttavia dai Guns si separò ufficialmente solo nel 1996, e poi fondò gli Slash's Snakepit[7][8]. Un anno dopo Axl espulse Matt, che a suo giudizio trascurava i Guns N' Roses a favore del gruppo parallelo Neurotic Outsiders. Anche Duff lasciò la band, poco tempo dopo. Allora cominciarono a girare le voci sull'uscita di un nuovo album, ancora con Mike Clink alla consolle e già in produzione dal 1994. Ciò non fu subito accertato, anche perché i Guns rimasero in pausa. Nel 1998, Axl tornò sulle scene con i chitarristi Robin Finck (Nine Inch Nails) e Paul Huge, il bassista Tommy Stinson (The Replacements), il batterista Josh Freese (The Vandals), Dizzy Reed e l'addetto ai campionamenti Chris Pittman.
L'anno seguente i Guns registrarono "Oh My God", per la colonna sonora di Giorni contati; al brano lavorarono anche Dave Navarro e Gary Sunshine, maestro di chitarra di Axl. La Geffen rilasciò anche Live Era 87-93. Poco dopo Robin Finck se ne andò, e tornò in tour con i Nine Inch Nails. Nel 2000 fu rimpiazzato da Buckethead, mentre al posto del batterista Josh Freese entrò Bryan Mantia (già nei Primus). Finck tornò nella band alla fine del 2000, come secondo chitarrista. La nuova line-up suonò nel gennaio del 2001 a due concerti, a Las Vegas e a Rio de Janeiro, in Brasile (al festival Rock in Rio): nelle due esibizioni suonarono sia vecchi brani che quelli successivi a The Spaghetti Incident?[9].
In quel periodo iniziò anche la registrazione dell'album Chinese Democracy, la cui pubblicazione è stata da allora rimandata numerose volte. Nel 2002 Paul Huge fu rimpiazzato da Richard Fortus (The Psychedelic Furs, Love Spit Love), e ad agosto sostennero alcuni concerti in Asia ed Europa. Axl Rose fu anche tra i presentatori agli MTV Video Music Awards. Nello stesso anno partì il Chinese Democracy Tour. Nel 2003 Appetite for Destruction entrò nella lista dei 500 migliori album secondo Rolling Stone, al numero 61.
Nel marzo del 2004 Buckethead lasciò la band, che così non poté più riapparire al Rock in Rio. Inoltre uscì il loro Greatest Hits. Poco dopo la rivista Rolling Stone inserì i Guns N' Roses nella sua lista dei 100 migliori artisti di sempre, al numero 92[10].

Eventi recenti
I Guns N' Roses durante un recente concerto.Nel febbraio del 2006, i demo di "Better", "Catcher In The Rye", "I.R.S." e "There Was a Time" furono diffusi illegalmente su Internet, mediante un fansite del gruppo. I rappresentanti d'etichetta dei Guns, chiesero che testi ed mp3 di quei brani fossero cancellati. Tuttavia molte stazioni radio trasmisero deliberatamente "I.R.S.", e a fine febbraio la canzone arrivò 49esima su Radio & Records - primo leak in rete ad entrare in una classifica. Ciò ha rinforzato in alcuni fans l'idea della pubblicazione di Chinese Democracy.
I Guns N' Roses hanno partecipato ad alcuni importanti festival europei e hanno sostenuto vari concerti nel vecchio continente, durante l'estate del 2006. Il tour, che è iniziato a Madrid il 25 maggio e terminato il 31 luglio a Londra, ha offerto spettacolo ad oltre 700.000 persone in 32 shows che hanno toccato 18 paesi, facendone uno dei più importanti dell'anno e del continente. Nello stesso anno il gruppo ha suonato ancora dal vivo negli USA (New York, Chicago, Las Vegas, San Francisco), ed Axl ha di nuovo presentato alcuni premi agli MTV Video Music Awards. Durante l'esibizione a San Francisco, alla batteria ha lavorato Frank Ferrer, mentre Bryan Mantia è attualmente in pausa perché dedicato a moglie e primogenita.
Tuttora varie voci si susseguono sulla data di pubblicazione di Chinese Democracy. Durante gli ultimi MTV Video Music Awards, Axl ha sostenuto che l'album sarebbe dovuto uscire nel 2006. La data più concreta era considerata il 21 novembre: dopo la premiazione della finale Nascar ci sarebbe dovuto essere allora un nuovo spot della Harley-Davidson con la canzone "Better", che doveva confermare almeno la pubblicazione di un singolo, ma ciò non è ancora avvenuto.
Il 3 febbraio 2007 è uscito il DVD Live in Chicago, terzo lavoro live del gruppo californiano.

Stile ed influenze
La musica dei Guns N' Roses è inquadrata genericamente come hard rock, anche se molto spesso hanno contribuito allo sviluppo dello sleaze metal. Infatti nelle loro sonorità mescolavano all'inizio glam metal, punk, blues e rock classico. Inoltre incorrevano a volte in ballate orecchiabili e a sfondo sentimentale e, specie dal 1990, incorporavano elementi di piano rock grazie anche al tastierista Dizzy Reed. Più di recente i Guns N' Roses hanno iniziato ad ispirarsi ad un industrial metal simile a quello dei Nine Inch Nails, con il loro ex chitarrista Robin Finck.
Negli anni novanta incorporarono suoni di tastiera (suonato sia da Axl Rose che da Dizzy Reed, e in alcuni tour da Teddy 'Zig Zag' Andreadis), e per metà dello Use Your Illusion Tour si avvalsero anche di una sezione di strumenti a fiato. Rose e Reed hanno continuato a suonare pianoforte e tastiera, in alcuni concerti e nei brani più recenti.
Su immagine e sonorità dei Guns influirono molto anche gli Hanoi Rocks. Inoltre Axl Rose ha sostenuto che il suo gruppo è stato ispirato da Rolling Stones, AC/DC e Pink Floyd e, in Appetite for Destruction, dagli Aerosmith. Quasi tutte le canzoni dei Guns N' Roses sono state scritte da Rose e da Izzy Stradlin.








07/04/2007 15:09
 
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casualties
I Casualties nascono nel 1992 a New York: sono un gruppo di punx ubriaconi senza soldi, senza strumenti e senza esperienza, cacciati di casa dai genitori non appena finita la scuola superiore.
Nonostante tutto decidono di formare un gruppo per divertirsi e far sentire le proprie idee.
La formazione iniziale consisteva in: Jorge e Colin (voce), Fred (chitarra) Mark (basso) Yuresh (batteria).
Le prime canzoni furono fortemente influenzate dai maggiori gruppi punk-oi! dell’epoca come: Partisans, Infa Riot, Exploited, Vice Squad, Antisocial, Business, Cockney Rejects etc…
Questo era un fatto molto strano per il periodo in quanto la maggior parte dei punx stavano confluendo nella scena cosiddetta crust, vicina al trash-metal.
Le loro prime date più importanti all’ ABC No Rio e al grande festival punk di Brooklyn chiamato ‘The Beer Olympycs’.
Oltre a queste date non suonarono per molto tempo fuori dal loro stato.
Jorge attualmente è l’unico membro del gruppo che è rimasto fin dall’inizio.
La prima canzone che registrarono fu ‘Political Sin’ che appari su una compilation punk di N.Y. ‘Benefit for Beer’ e suscitò l’interesse di alcuni ascoltatori.
Nel 1993 registrarono il loro primo 7’’EP ,’40oz. Casualties’ ed i loro concerti iniziarono a richiamare parecchia gente.
Tutto andò liscio fino alla fine del 1993 / inizid del 1994 quando tutti i membri originali lasciarono il gruppo ad eccezione di Jorge.
Dopo un breve periodo di pausa fortunamente Jorge riuscì a rimettere in piedi il gruppo con la seguente formazione: Jorge (voce), Jake (chitarra), Mike (basso), Shawn (batteria).
L’attività rincominciò con il tour assieme ai Varukers è l’incisione del secondo 7’’, ‘A Fuckin Way Of Life’ nel 1995 per la Eyeball Records.
La loro popolarità crebbe notevolmente grazie a concerti assieme a gruppi locali come:Dysfunctional Youth, Banner of Hope, Unseen, Blanks 77,Krays….
Inoltre ebbero il privilegio di suonare con bands del calibro di Braindance, Oxymoron, UK Subs,Chaos UK,Funeral Dress e al prestigioso festival "Holidays In The Sun Festival” (un festival di 3 giorni per celebrare il punk rock a cui parteciparono anche 999,Slaughter and The Dogs,Drones,GBH,External,Menace,Sham69 e molti altri…).
Poco tempo dopo ci fu una sostituzione nella formazione: il batterista Shawn fu sostituito da Meggers.
Fu in questo periodo che i Casualties firmarono per una major (la ‘Tribal War Records’ e fecero uscire il loro primo cd ‘For The Punx’ (in cui era incluso il brano ‘Chaos Punx’ dedicato da Jorge ai suoi connazionali punx spagnoli).
Iniziò quindi il secondo tour con i Varukers che iniziò nel marzo del ’97 e fini nei primi di maggio.
Un tour estivo li portò in giro per gli stati uniti e per un breve periodo in inghilterra.
Durante il tour fu registrato un live intitolato ‘V.M. Live’ al Fireside Bowl di Chicago distribuito dalla ‘V.M.L. Records’ e dalla ‘Liberation Records’.
Nel 1998 Jake fondò una propria etichetta discografica, la ‘Charged Records’.
Un’ennesima sostituzione portò l’entrata nel gruppo di Jon (ex-Krays) al posto di Mike al basso.
Il nuovo LP ‘Underground Army’ uscì sia per la Tribal War che per la Charged (con due copertine differenti).
In quell’anno risuonarono all’ ‘Holidays in the Sun Festival’ con The Damned, The Misfits, The Business, The Dickies, The Varukers, The Adicts, The Anti-Nowhere League, Oxymoron, The Dropkick Murphys, UK Subs, Funeral Dress, Menace, Slaughter and the Dogs, Peter and the Test Tube Babies, GBH; 999, Special Duties….
Durante il tour europeo per il nuovo album Jon esce dal gruppo e viene sostituito da Rick (ex-Manix); ora la formazione è la migliore di tutti i tempi.
I Casualties sull’onda del travolgente partono per il loro terzo tour mondiale e fanno uscire la raccolta ‘The Early Years 1990-1995’ che contiene vecchi pezzi rari da trovare.
Nel 2000 i Casualties vengono consacrati al successo mondiale con il loro quarto tour partito a marzo in europa e concluso negli stati uniti in agosto.
Nel frattempo esce ‘Who’s In Control?’ EP (4 nuove canzoni e 4 live) e il loro terzo cd ‘Stay Out Of Order’ (entrambi coprodotti dalla ‘Punkcore Records’).
Nel 2001 esce il loro 4 cd ‘Die Hards’: il suono si fa molto più potente e veloce sull’onda dell’influenza metal subita soprattutto dagli Exploited (fonte di grande ispirazione per il gruppo).
Inizia un altro tour negli Stati Uniti, incluse 2 settimane con il Vans Warped Tour e la partecipazione al primo ‘Holidays in the Sun Festival’ americano (assieme a Exploited, GBH, Cockney Rejects, Slaughter & the Dogs e altri).
Il 2002 è un anno di tour: 6 settimane tra febbraio e marzo con gli Agnostic Front e i TSOL per lo ‘Unity Tour’; varie date con spalla i Flogging Molly; ri-partecipazione al Warped Tour e all’ ‘Holidays in the Sun Festival’.
I Casualties sono molto probabilmente fra i gruppi punk underground della nuova ondata più importante; sono cresciuti per strada e hanno formato il gruppo con minime conoscenze tecniche; i testi parlano di vita reale e di problemi quotidiani in cui molti punk si sono riconosciuti.
Purtroppo il successo e l’incessante attività musicale li hanno trasformati in simil-rockstar riducendo il loro stile al solo abbigliamento e musica








14/06/2007 15:06
 
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velvet revolver
I Velvet Revolver sono tutto ciò a cui il loro nome fa pensare e molto di più. La loro musica suona come rock n' roll moderno, con quella pericolosità e quella bellezza che da troppo tempo mancava alle scene musicali di oggi. Il loro esplosivo album d'esordio, 'Contraband', segna profondamente un nuovo inzio per questa band rock n' roll dopo il loro leggendario passato e gli apre la strada verso un futuro promettente.

"Quella che sta avvenendo è come una sorta di rinascita per noi" dice Scott Weiland, il cantante "cerchiamo con la nostra musica di riprovare quelle emozioni e quella magia che abbiano sentito la prima volta che abbiamo suonato, e il senso di farlo per il piacere fine a se stesso e divertirsi. Durante la nostra carriera questo ideale era stato come violentato. Sarebbe stato bello tornare indietro. Questa è l'opportunità che torna una volta nella vita, e l'abbiamo colta al volo. C'è stato bisogno di lasciare il passato e ripartire dell'inizio, ma è servito a riportare la nostra musica sulla giusta strada."

E' questo l'ideale dei Velvet Revolver, portare avanti una musica che possa rendere ciascuno orgoglioso del suo modo di suonare, musica che piacerebbe ascoltare anche a loro stessi. Dice Slash "E' quando qualcuno ti vuole imporre i suoi canoni che allora perdi la mappa. Noi cerchiamo di fare quello che ci piace fare, e ci vogliamo divertire mentre lo facciamo."

Tutto ciò che avete sentito in giro sui Velvet Revolver è vero. E' questa la band che riunisce insieme tre elementi di uno dei più grandi gruppi rock di sempre, i Guns N' Roses: Slash, il riccioluto chitarrista dal leggendario cilindro, dalla les paul portata sotto la cintola e dalla sigaretta sempre sulle labbra, Duff McKagan, il bassista, rinato completamente a nuova vita e più in forma che mai, e Matt Sorum, l'energico batterista che sprigiona live tutta la sua potenza. Alla voce il carismatico frontman degli Stone Temple Pilots, Scott Weiland, e per finire il chitarrista Dave Kushner, dal potenziale innovativo, ex Wasted Youth ed Electric Love Hogs.

E' chiaro, inevitabilmente ognuno di questi ragazzi porta nella band il suo illustre passato, ma la musica che ne esce dalla fusione dei cinque è qualcosa di completamente nuovo e fresco per la scena odierna. Dice Duff "la nostra musica è molto aggressiva. C'è sempre un 'Fuck You' pronto a scatenarsi. Non vogliamo suonare musica per signorine o per farle andare in radio. E' questo il nostro modo di suonare. Io, Slash e Matt abbiamo fatto sempre questo genere di cose con i Guns N' Roses, e Scott e Dave la pensano allo stesso modo. Secondo me, questo gruppo è il più pericoloso che ci sia sulla piazza. Ed è un bel po' che non ci sono gruppi come noi. Lo so la gente sarà solita dire 'oh, l'ennesimo supergruppo. questi ragazzi hanno tutto quanto.' Posso capirli, ma non condividere il loro pensiero. La nostra speranza è di portare il caos nella sfera rock mondiale odierna."

Slash, Matt e Duff sono tornati in contatto suonando ad uno show in tributo al loro amico e musicista Randy Castillo nel 2002. Il fatto di suonare assieme ha fatto riflettere i tre ragazzi. Racconta Slash "c'era qualcosa di molto potente e intenso tra di noi", "è l'alchimia che non ti molla mai" aggiunge Duff.

Era passato già abbastanza tempo dal loro abbandono dei Guns N' Roses, la cosa giusta da fare era tornare assieme a suonare, se lo sentivano dentro. Il passo successivo fu contattare Dave Kushner, un vecchio amico di scuola di Slash che già aveva suonato con Duff in quegli anni di progetti solisti. "E' la nostra arma segreta" dice Duff "suona cose incredibili ed è la spalla perfetta per Slash". Dopo alcuni tentativi con cantanti poco promettenti, la decisione fu di provare un nuovo modo per cercare il giusto frontman. Contattarano VH1 che ben volentieri decise di appoggiare la ricerca del cantante documentando il tutto per un futuro servizio chiamato "The Rise Of Velvet Revolver". Ma la ricerca fu lunga e faticosa. "Abbiamo ascoltato tantissimi cantanti con stili differenti, e ognuno introduceva alla band il suo stile e le sue influenze" dice Matt. Sfortunatamente il più delle volte le impressioni lasciate erano negative. "Quando iniziammo a sentire le registrazioni mandateci, capimmo di essere nei guai" ricorda Matt "e capimmo anche che non avremmo potuto far uscire un album con quel genere di voce sopra. Ci voleva qualcuno speciale." Dice Slash "mandavano in giro delle cassette con solo le basi musicali, e ci ritornavano canzoni con un sacco di variazioni diverse per ogni cantante, ma tutte fottutamente sbagliate." Anche Dave Kushner ricorda l'esperienza "E' stato davvero brutale. Non c'è da ridere su quello accaduto, eccetto che suonavo con loro cinque giorni a settimana. E' stato davvero frustrante. Alla fine ci capitavano un sacco di generi musciali diversi rispetto a quello che cercavamo, ci sembrava di buttare via il nostro tempo, ma in verità stavamo creando le fondamenta del gruppo."

Fortunatamente, mentre la ricerca del cantante proseguiva, Duff stava spendendo un po' del suo tempo con Scott, che era ancora con gli Stone Temple Pilots. "Ero alle strette con gli STP, mentalmente ed emozionalmente, fino a quando poi c'è stata l'esplosione finale" racconta Scott Weiland "Duff mi aveva raccontato che si era riunito con Slash e Matt e che con loro suonava anche Dave Kushner. Lo conosceva da quando suonava negli Electric Love Hogs e io negli STP che al tempo si chiamavano Might Joe Young. Ed ero un grande fan dei GN'R. 'Appetite For Destruction' ha avuto lo stesso impatto su di me che 'Never Mind The Bollocks' dei Sex Pistols, 'Nevermind' dei Nirvana e 'Nothing's Shocking' dei Jane's Addiction. 'AFD' è stato uno di quei album che mi hanno fatto credere in me, diventando una sorta di bibbia e di ispirazione". Scott era molto allettato dall'idea di unirsi a questo grande gruppo. Non appena ascoltò le quindici tracce strumentali che avevano realizzato, rimase veramente impressionato "pensavo che se fossimo andati in questa direzione, saremmo diventati una band di cinque bestie che sarebbero state completamente letali e indistruttibili."

Con l'ingresso di Weiland, la band diviene finalmente realtà e prendevita. Dice Matt "Lui è quello giusto. Per molti che hanno provato era dura venire qui ed imporsi con il loro carisma di fronte a gente del calibro di Slash e Duff. Loro sono delle vere rockstar. Per questa band ci voleva un frontman che era in grado di stare davanti come loro, e Scott lo è." Anche McKagan aggiunge "stavo incomincia a pensare che non ci fossero più grandi frontman lì fuori".

Immediatamente i cinque si misero al lavoro. "Registrammo 'Set Me Free' per il film 'The Hulk', ma l'unico modo per vedere se veramente puoi diventare un band è fare un show dal vivo" dice Scott "così facemmo un concerto ad El Ray (Los Angeles) a giugno e questo diede risposta ad ogni domanda. Fu molto più utile che passare ore ed ore chiusi in studio. Fu la cosa più potente e violenta musicalmente parlando che ascoltai da tanto tempo. 'It's So Easy' fatta live con questi ragazzi è fottutamente potente. Quando ho scritto 'Sex Type Thing' è stata praticamente ispirata dalla parte vocale bassa di 'It's So Easy'.

Secondo Slash "eravamo come un gruppo di ragazzini che avevano appena imparato a suonare gli stessi accordi assieme. Questo è quello che succede ogni volta che facciamo qualcosa assieme. Eravamo elettrizzati, del tipo 'hey abbiamo scritto una canzone! hey, abbiamo fatto un concerto!' forse è per questo che ha funzionato, ogni cosa era come se fosse fatta per la prima volta".

Tuttavia anche se l'inizio sembrava dei migliori, non fu facile per i Velvet Revolver trovarsi un supporto per farsi un nome, specialmente a causa dei problemi sentimentali e legali che stava attraversando il frontman. "E' stato un anno pesante per me" ammette Scott "i problemi per il divorzio mi avevano spinto nuovamente verso le droghe e ne ho pagato il prezzo. Ma questi ragazzi sono stati anche pronti a sorreggermi. E' stato utile che ci siano passati anche loro un sacco di volte, non sono stato giudicato negativamente da loro per questo motivo. Avevano scacciato i loro fantasmi del passato e non era quindi come sentirsi l'unico drogato del gruppo o l'unico che potesse capire il peso delle droghe e degli effetti che si riflettevano su di me. In tutti i momenti in cui ho affrontato tali difficoltà, sono sempre stati al mio fianco. E' molto più di quello che avrei domandato, molto più di quello che mi sarei aspettato prima di unirmi a loro."

"Abbiamo affrontato un sacco di problemi assieme a Scott" spiega Duff "l'abbiamo portato sulle montagne, nello stato di Washington, per fargli imparare le arti marziali e il modo di vivere la vita in modo diverso. Qualsiasi cosa sia avvenuta poi, aveva comunque diversi strumenti per uscirne di quanti non ne avesse avuti prima." Matt racconta "Speravamo che con delle forti influenze positive ne sarebbe uscito."

Il gruppo continua la sua strada registrando prima 'Set Me Free' come soundtrack e poi una cover 'Money' dei Pink Floyd, sempre come ending track per un altro film, 'The Italian Job'. Finalmente venne anche l'ora di firmare un contratto discografico per il loro primo album, la band scelse la RCA in parte anche per l'interessamento del principale Clive Davis. Il passo successivo era quello di completare il loro album.

'Contraband' è una sequenza di pezzi rock n' roll con un taglio eclettico ed una sonorità nervosa. Rispecchia le influenze della band dai Beatles ai Refused, con anche un pizzico di Guns N' Roses e Stone Temple Pilots. Dopo aver visionato una serie di produttori, la band opta per Josh Abraham per co-produrre l'album assieme a loro. Dice Matt "abbiamo cercato diversi produttori, tutti molto attaccati alla vecchia scuola. Noi cercavamo però qualcosa di nuovo, di fresco, che andasse in una direzione diversa dal passato. Volevamo essere competitivi ed essere rappresentati per come eravamo." Aggiunge Slash "sono importanti quelli con cui lavori, e Josh e le persone che ci hanno aiutato con questo album hanno reso le cose più naturali. L'hanno fatto come volevamo noi". Anche Duff concorda con Matt e Slash sulla produzione del loro album "siamo una rock band e l'album doveva suonare come se lo stessimo suonando dal vivo."

La musica è diventata molto più profonda quando Scott ha aggiunto i suoi testi molto personali e pieni di sensazioni "questo album per me continene molto di quello che ho provato, delle catastrofiche conseguenze del mio divorzio e della ricaduta nelle droghe. E' tutto completamente onesto e spontaneo. Ogni canzone ha un senso per un preciso momento della mia vita. Come si può capire, alcuni giorni stavo meglio di altri. E' stato il contributo più grande che abbia mai messo in un album."

Con 'Contraband' completato praticamente nel 2003, la band si affaccia al 2004 con l'intezione di farlo uscire e buttarsi sulla strada a suonare con un tour. Dice Slash "non possiamo aspettare, stiamo già programmando un tour che avevo già iniziato con i Guns N' Roses ma mai terminato. Questo è quello che mi piace, ma avremmo potuto fare delle cose per motivi che ancora non capisco non abbiamo fatto. Ho voglia solo di suonare." Dice Matt "scenderemo nei bassifondi e suoneremo in locali fuorimano per poi tornare in grandi fottuti stadi, non ce ne frega un cazzo. E questo è quello che ci ha sempre caratterizzati. Non siamo schizzinosi." Alla fine, ai Velvet Revolver non importa molto del passato. L'importante è quello che questi cinque ragazzi sapranno fare in futuro. Dice Slash "Sapete, abbiamo tutte le possibilità dalla nostra, e questa volta non ce le lasceremo sfuggire."

thanx to velvetrevolver.it [SM=g27811]








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