Paris Hilton: le lacrime non servono, andrà in carcere per 45 giorni

Non sono servite le lacrime a persuadere il giudice di Los Angeles della sua buona fede: l'ereditiera Paris Hilton è stata condannata a trascorere ben 45 giorni in carcere a causa delle sue varie infrazioni del codice della strada. La Hilton ha pianto, ha cercato di difendersi, ma alla fine il verdetto l'ha condannata alla prigione.
Forse alla fine il ricorso in appello la salverà, ma per il momento Paris Hilton è stata condannata a trascorrere 45 giorni in carcere dal giudice di Los Angeles, Michael Sauer, a causa dei suoi tanti guai con il codice della strada. Lo scorso settembre, la Hilton venne fermata per guida in stato d'ebbrezza, ed ignorò la conseguente richiesta della polizia di frequentare corsi anti-alcol. In seguito, venne fermata due volte e in entrambe le occasioni fu denunciata per guida con patente sospesa. Proprio questo atteggiamento recidivo nel compiere infrazioni contro il codice della strada ha portato l'ereditiera più famosa del pianeta a presenziare al suo primo processo che l'ha vista scoppiare in lacrime e dichiarare che non sapeva di guidare con la patente sospesa.
Tuttavia, le lacrime della capricciosa e volitiva Paris non sono servite a nulla di fronte alla caparbietà del procuratore di Los Angeles che ha detto che i comportamenti della Hilton celerebbero un "consapevole disprezzo della legge". Questa tesi è stata evidentemente condivisa dal giudice che ha deciso che il prossimo 5 Giugno la Hilton dovrà entrare nel Century Regional Detention Center, un carcere in cui l'ereditiera godrà - si fa per dire - di una cella di quattro metri per due con servizi igienici, un lavandino e una finestrella da cui guardare con tristezza infinita il suo dorato mondo lasciato fuori.
Paris usufruirà solo di un'ora per uscire dalla cella: in questo limitato periodo di tempo, potrà farsi la doccia, guardare la tv con le altre compagne di prigione e fare qualche telefonata a casa da un telefono fisso (di cellulari, neanche a parlarne). Tutto questo avrà una durata di ben 45 giorni e se la Hilton non dovesse presentarsi il giorno prefissato per entrare in cella, la pena detentiva verrà raddoppiata a 90 giorni.


L'avvocato della Hilton si è affrettato a criticare aspramente il metodo di giudizio della corte, affermando che il giudice ha voluto punire la ragazza per il nome che porta più che per le sue infrazioni alla guida. Comunque, non è ancora detta l'ultima parola per la povera Paris: lei e il suo legale ricorreranno in appello, con la speranza di trovare un giudice più comprensivo...