MILANO, 11 febbraio 2007 - "E' andata bene, ma ho ancora tanto da imparare". Luiz Nazario De Lima, in poche parole Ronaldo, sintetizza così il suo esordio, nell'ennesima sofferta domenica rossonera. Detta dal Fenomeno, la frase fa sorridere. Ci si chiede cosa possa ancora estrarre dal suo magico cilindro. Ma la domenica dell'ex interista e madridista coincide a perfezione con il clima surreale della domenica dei tornelli, montati a tempo di record, così come a tempo di record Ancelotti e il suo staff sono riusciti a metterlo nella condizione di giocare. Pur se per trenta minuti.
Avrebbe meritato un San Siro straripante l'esordio di Ronie, entrato sul terreno di gioco con una tuta innaturale. Rossa e nera. Combinazione un tempo detestata. Ma il tempo stempera tutto. Anche i colori. Ronaldo si è accomodato in panchina al fianco di Cafu, scambiando battute con il connazionale, seguendo però con attenzione un balbettante Milan. Pronto ad applaudire le giocate di Oliveira, in piedi per complimentarsi con Gattuso. Il pareggio di Lucarelli e il pressing disinvolto del Livorno non lo turbano più di tanto. Un pensiero fisso: entrare, dimostrare qualcosa.
MINUTO 63 - Il primo tempo finisce 1-1. Quando le squadre tornano in campo e la partita riprende, Ancelotti invita Ronie e togliersi la tuta e a iniziare il riscaldamento. E San Siro, con i suoi abbonati, esplode: il nerazzurro sbiadisce, il rossonero trionfa. Arranca Gilardino, si spegne Oliveira. Kakà si aggira sperduto nella marcatura asfissiante livornese. Carlo Ancelotti non perde tempo e al 18' getta nella mischia il Fenomeno. Imbolsito? In sovrappreso? Non sembra. Solo il tempo di prendere le misure e, al 19', la prima giocata: uno scambio veloce con Gilardino al limite e palla a Kakà che non sorprende Amelia. Al 23' Ronie irrompe in area, ma nell'uomo contro uomo, nel tentativo di tirare a rete, perde il duello con Grandoni.
Il Milan spinge e Jankulovski segna il 2-1. Escono anche Seedorf e Gilardino. Ronaldo adesso è solo: lui punta unica, con Kakà alle spalle. Galante gli si appiccia addosso. Al 35' il difensore, amico di vecchia data, compagno in nerazzurro, lo ferma al limite. Al 37' il brasiliano trova il varco giusto e dalla distanza fa partire il suo destro doc che Amelia respinge con i pugni. Tempi e potenza rispettati, da vero Ronaldo. Ancelotti sorride. Adriano Galliani e figlio vibrano in tribuna.
Passano due minuti e nello spazio di due metri si ritaglia il varco gusto, ma il tocco è sporco, forse un tallone: Amelia ringrazia. Al 42' l'ultimo biglietto da visita: un piatto destro, sempre dal limite, che sfiora il palo alla destra di Amelia. Per oggi può bastare, anche perché il Livorno ha allargato le maglie, concedendogli forse più del dovuto troppi spazi.
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