Tiziano Ferro: il successo non mi fa dormire la notte

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N-Unit
00venerdì 1 settembre 2006 21:14
Un'intervista a tu per tu con Tiziano Ferro sulla Stampa del 25Agosto

LE NEWS
DA OGGI IN RADIO IL NUOVO SINGOLO, DUETTA CON LUCA CARBONI IN «PENSIERI AL TRAMONTO»
Tiziano Ferro: il successo non mi fa dormire la notte
25/8/2006
di Marinella Venegoni


FRANCOFORTE. Mentre esce oggi nelle radio il nuovo singolo Ed ero contentissimo, Tiziano Ferro è in tour in Germania. Non è un tour di concerti, ma un peregrinare di radio in radio, per far conoscere il cd Nessuno è solo, che ha venduto in 3 mesi un milione e mezzo di copie: se si aggiungono ai 3 e mezzo dei primi due dischi, fa 5 milioni, cifra rispettabilissima per un ragazzo di 26 anni che fu scartato non dico da Sanremo, ma dalla già famigerata Accademia della Canzone, e che ora una settimana sì e l'altra pure è intervistato da Billboard, bibbia del musicbusiness yankee, lieta di trovare un italiano «che parla inglese perfino meglio della Pausini». Le premesse per esser felici ci sarebbero tutte: giovane, bravo, famoso, dedicato, senza paura di spender mesi fuori casa per farsi conoscere , Ferro vanta tentativi di imitazione peggio della Settimana Enigmistica. Invece è un tipo malinconico e introverso, con un rapporto contraddittorio con il successo, ben delineato in questo disco di rara sincerità; come rara è la generosità con i colleghi: ha inciso un duetto per Carboni, e scritto un brano per il nuovo cd di Iva Zanicchi.

Caro Ferro, lei è insonne di attività... non esagera?
«Io veramente sono insonne e basta. Faccio tutti gli errori dell'insonne, postpongo l'ora del letto, mi alzo, mi ricorico».

C'è una terrificante ondata di suoi imitatori che tentano il successo.
«Forse colpisce la mia caparbietà, non mi sono mai lasciato intimorire e il tempo mi ha dato ragione. Però anche il percorso interiore è importante. Forse conoscono anche il trascorso del peso in eccesso, sanno che mi metto in gioco nei testi, penso di esser un esempio positivo».

Spesso la discografia cerca i cloni chi ha molto successo. Un percorso perverso. «E' la morte della discografia. Vedi persone che non entrano bene nei vestiti che mettono, è gente che non ride mai. Molto più vivaci sono quelli senza contratto».

Certo che lei ha confezionato una mistura vincente, diciamo la melodia italiana con venature nere...
«Non l'ho fatto apposta. La voce è quella che hai, il genere è inconsciamente figlio di quel che ascolti, e io ho una mamma tradizionale, mentre papà amava Janis Joplin. Credo che la forza delle cose che faccio sia che non m'interessa se qualcuno lo trova bruttissimo, mi prendo la mia responsabilità».

Da quando è capitata l'iradiddio perché da Fazio ha definito le ragazze «baffute», è tornato in Messico? «Non ancora, non mi sembrava il caso. Pensi che sono uscito pure sui quotidiani politici. questa gaffe non mi fa dormire, in ottobre andrò là con due amici, le reazioni sono state un trauma enorme, perchè è un paese dove ho vissuto e che amo. Lo so, sono un cantante pop, non stiamo decidendo le sorti del mondo... Dovrei prenderla come Totti che in proposito, durante i Mondiali, ha commentato: “Embé se facessero la cera...” ».

Lei sembra più adulto dei suoi 26 anni. «Siamo messi di fronte a sollecitazioni di grande stress. La discografia passa tutto ai raggi x, da quel che scrivi alla maglietta che indossi, e diventa un problema se invece che al secondo posto in classifica sei al quarto. Dunque reagisco autoproteggendomi. Ho avuto paura di diventare schiavo della mentalità, dei soldi. Da poco ho rinnovato il contratto e mi son preso tempo; mi proponevano cifre così alte che mi hanno messo paura. Già non dormo, figurarsi. Ora ho firmato per 2 dischi, ma in cambio di libertà».

Strana idea, quella del duetto con Carboni.
«E' come quando da piccolo ti dicono: tu fra 15 anni conoscerai Babbo Natale e lo aiuterai a portare i doni. Il disco di Luca Persone silenziose è uno di quelli che mi hanno indotto a fare questo mestiere. E poi, negli 80, quando tutti erano fatui, lui cantava di problemi seri. Ci sono momenti nei quali le nostre voci si confondono, non capisci chi canta. Non l'avrei detto».

La Stampa.

Questo ha successo e non dorme, se avesse i problemi dei "comuni mortali" tenterebbe il suicidio?
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