Rihanna, tormentone
sotto l'ombrello(ne)
Il suo Umbrella non scende dalle vette delle classifiche internazionali. Ma alla casa discografica non sono ancora contenti. Ecco perché.
di Pierluigi Pisa
Tempo d'estate. Se l'inverno allontana la ripetitività, il caldo giustifica il tormentone. Nel nostro jukebox virtuale, lo scettro va a Rihanna con Umbrella. Perfezione di ripetitività. A confermarne la potenza ci sono le classifiche di vendita: il singolo è da otto settimane in testa alla classifica inglese e dai sette in quella americana. Un successo forgiato su un ritornello accattivante, su ritmi dance e sul testo romantico: "Ora che sta piovendo più che mai/ Sai che ci apparteniamo ancora/ Puoi ripararti sotto il mio ombrello". Sarà. Ma qui è estate.
Qualsiasi discografico, di questi tempi, griderebbe al miracolo. E invece il boss dell'etichetta della cantante, il rapper Jay-Z ospite dei primi 30 secondi di Umbrella, non è pienamente soddisfatto. In Rete circola da qualche giorno la mail di un presunto impiegato della Def Jam, la casa discografica che ha messo sotto contratto Rihanna nel 2003, che riporta i malumori dell'azienda riguardo le vendite di Good Girl Gone Bad, il nuovo album della cantante uscito lo scorso 23 giugno che contiene la hit in questione.
Potendo contare sui record di Umbrella, Jay-Z si aspettava che il disco andasse ben oltre le 160 mila copie vendute nella prima settimana d'uscita negli Stati uniti. E che, inoltre, potesse arrivare al primo posto della classifica americana (l'album non è andato oltre il secondo posto della Billboard chart e attualmente si trova alla 14esima posizione). Il fantomatico impiegato della Def Jam conclude la sua mail con una dura affermazione: "Continuiamo a tenerla con noi solo per le partnership che legano il nome di Rihanna ad aziende come Nike e Cover Girl. Ma i dirigenti stanno già muovendosi per mettere un nuovo personaggio femminile sotto contratto".
Non sapremo mai se la mail in questione sia vera o falsa. E poco importa. Il contenuto, infatti, è assolutamente verosimile. Le hit straordinarie sfornate da Rihanna negli ultimi anni sono sempre state seguite da vendite deludenti degli album che le contenevano. Music Of The Sun, il disco d'esordio del 2005 lanciato dal singolo Pon De Replay, non è andato oltre le 500 mila copie in America. A Girl Like Me, l'album successivo del 2006, ne ha vendute poco più di un milione (sempre negli USA) nonostante l'incredibile successo dei brani SOS e Unfaithfull. Chi ci ha guadagnato veramente, insomma, sembra solo lei, Rihanna, diventata in soli due anni un'icona del sexy pop. Impossibile staccarle gli occhi di dosso. Il sex appeal della giovane cantante nata nelle Barbados ha colpito anche lo scorso weekend, quando ha partecipato al Live Earth da Sydney indossando una tuta nera super attillata stile cat woman.
Peccato che Good Girl Gone Bad, il nuovo album, non sia all'altezza di Umbrella, il primo singolo estratto. Tutto questo nonostante la canzone scritta per lei da Justin Timberlake, Rehab, una ballata R&B molto simile, praticamente identica, a All The Good Things (Come To An End) di Nelly Furtado. Anche l'onnipresente Timbaland, produttore di tre brani (Sell Me Candy, Let Me Get That e Rehab), non rappresenta un valore aggiunto. La presenza di Ne-Yo infine, stella americana dell'hip hop che canta con lei in Hate That I Love You, passa inosservata. I pezzi migliori dell'album sono quelli dal ritmo sostenuto: Push Up On Me e soprattutto Don't Stop The Music hanno qualche chance di funzionare in discoteca. Sono poco credibili, invece, le chitarre che caratterizzano il nuovo singolo in arrivo: Shut Up And Drive. Lo sentiremo in radio, è un dato di fatto, ma manca della sensualità che ha caratterizzato Rihanna. Fin dagli esordi. Anche senza ombrello.
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