I Good Charlotte è una band punk e dark che si rifà agli anni settanta.I componenti sono i fratelli Benji e Joel Madden, Paul Thomas e Billy Martin.
La storia dei Good Charlotte è una triste, lacrimevole vicenda di riscatto attraverso la musica. La loro vita è un romanzo di formazione. L'infanzia dei gemelli Benji e Joel Madden (nati nel 1979) trascorre cupa a Waldorf, nel Maryland, in un contesto famigliare in disfacimento, colmo di difficoltà e problemi. Hanno solo se stessi e la passione per il baseball.
Tutto questo, finché non incontrano il punk.
L'evento fatidico è il concerto dell'Ill Communication Tour dei Beastie Boys, nel 1995. "Ci ha completamente stravolto la vita", confessa Joel, "eravamo come invasati. Lì capimmo che quello era il nostro destino". Benji non ha mai toccato una chitarra, Joel non ha mai nemmeno provato a cantare. Coinvolgono i compagni di scuola Paul Thomas (basso) e Aaron Escolopio (batteria): due settimane dopo il gruppo sta già provando. "Conoscevo solo tre accordi: re, sol e la!", dice Benji sorridendo. Per ora bastano.
La loro musica si ispira ai Clash e al punk anni Settanta, coniugati in stile Blink 182 e Third Eye Blind. È il 1996, la band cresce, il resto scivola in secondo piano, ogni settimana i quattro suonano dal vivo e anche se il pubblico è risicato, non importa. I Good Charlotte inseguono un sogno, non sanno nulla dell'insano showbiz, non conoscono ancora i meccanismi che lo regolano. Registrano il primo demo, scrivono le loro biografie e con animo candido spediscono il tutto a una serie di case discografiche. Va da sé, senza risultati.
L'anno dopo i gemelli si diplomano e, come vacanza premio, si recano in pellegrinaggio in California, al club 924 Gilman Street, dove artisti ammirati come i Green Day hanno avuto il loro battesimo di fuoco. Nel 1998 i gemelli e i due soci si trasferiscono ad Annapolis, borgo animato da una scena musicale pimpante. Joel e Benji decidono di lasciare il college e sopravvivono, a stento e talvolta patendo la fame, facendo mille lavoretti: magazzinieri, camerieri e anche shampisti in un salone di bellezza.
Intanto suonano: dappertutto, a qualunque condizione, sia con set acustici che elettrici. Incontrano Billy Martin, chitarrista di una band chiamata Overflow, e questi, dopo averli visti all'opera, in breve entra in formazione come membro stabile. I gemelli diventano una sorta di mito locale, tanto che arrivano a suonare – e nemmeno c'è un contratto all'orizzonte – con i maestri Bad Religion, con i Blink 182 e soprattutto con i Lit, che se li portano dietro nel loro tour.
Ma la fortuna dei Good Charlotte è legata all'emittente radiofonica di Washington WHFS, che prima li invita a suonare ai suoi concerti, poi nel 1998, 1999 e 2000 li inserisce nel menù del HFStival, insieme a nomi emergenti come Eve 6 e Nine Days. I primi successi non oscurano in Benji e Joel la sensibilità per i meno fortunati e i Good Charlotte si esibiscono spesso anche per beneficenza.
Quando una versione demo di "The Little Thing" impazza sulla stazione radio di Phildelphia WPLY (Y100), sbaragliando le canzoni concorrenti in un programma-duello, il ronzio che circonda le gesta del gruppo diventa assordante. Il corteggiamento delle case discografiche è vinto dalla Epic, già ammaliata quando la band aveva suonato a New York di spalla ai Lit, nel 1999. I ragazzi vengono affidati alle mani sapienti del produttore Don Gilmore.
I Good Charlotte si trasferiscono a New York, dove registrano il disco di debutto: "The Good Charlotte" esce nel 2000, introducendo la band e il suo garage-punk melodico alle platee di tutto il mondo. L'anno che segue è speso errando senza sosta da un concerto all'altro: con gli MXPX, al W.A.R.P. Tour, addirittura in Australia e Nuova Zelanda. I videoclip di "Little Things", "Motivation Proclamation" e "Festival Song" vanno in rotazione su MTV, di cui Joel e Benji presentano nel 2002 il programma notturno All Things Rock.
Tra febbraio e maggio i Good Charlotte registrano il secondo LP, "The Young And The Hopeless", pubblicato nel tardo autunno in America e all'inizio del 2003 in Europa. Alla batteria manca Aaron, passato ai Wakefield; nel disco suona Josh Freese, ma il nuovo membro ufficiale poi sarà Chris Wilson. Il successo è uno tsunami: quattro singoli (su tutti "Anthem" e "Lifestyles Of The Rich And Famous") e 20 mesi on the road, per un totale di oltre 4 milioni di copie vendute. Cifre pazzesche.
I Good Charlotte finiscono in TV al Saturday Night Live e sulle copertine di Rolling Stone e Alternative Press. Mentre accade tutta questa montagna di cose, la band trova anche il tempo per partecipare ai dischi di Mest e N.E.R.D., per portare avanti i marchi di abbigliamento Level 27 e Made e per lanciare una linea di giocattoli. I due Madden mettono in piedi una etichetta tutta loro, la DC Flag, che esordisce nel 2004 pubblicando i dischi di Lola Ray e Hazen Street.
Ovvio che, quando i cinque si chiudono in studio da marzo ad agosto 2004 per incidere il nuovo lavoro, le attese intorno al fenomeno Good Charlotte montino come panna. In autunno "The Chronicles Of Life And Death" è pronto, in ben due edizioni diverse ("Death Version" e Live Version"), e lascia in molti a bocca aperta: potente, compatto ed eclettico (ci sono anche tastiere e una sezione di archi), snocciola mid-tempo e pezzi più tirati in un affresco rock a tutto tondo. I ragazzini cresciuti a pane e pop-punk sono maturati.
Contemporaneamente esce anche il DVD "Live At Brixton Academy", registrato durante i concerti di Londra del 16 e 17 dicembre 2003.
A me piacciono. Ora scrivete tutto quello ke pensate d loro.
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Emily Strange
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